24 maggio 1915 - I morti della prima guerra mondiale chiedono rispetto per l'Europa unita
24 maggio 1915 - Centinaia di migliaia di persone si preparavano per una marcia che li avrebbe condotti verso una morte quasi certa.
Durante la prima guerra mondiale perirono 1 milione e 200 mila italiani. Nel mondo ci furono 16 milioni di morti e più di 20 milioni di feriti e mutilati, sia militari che civili.
Non tutti sanno però che la guerra causò un' ondata di decessi molto superiore a quella dovuta agli stessi combattimenti. Quella che per noi oggi può apparire come una banale influenza, all'epoca provocò un cataclisma per via delle proibitive e disumane condizioni di vita dei militari e della popolazione civile.
L'influenza spagnola, che inizialmente si diffuse per le terribili condizioni igieniche a cui erano sottoposti i soldati ammassati nelle trincee, fece un numero di vittime impressionante tra la popolazione civile. Tra il il 1918 e il 1919 l'influenza colpì un miliardo di persone uccidendone circa 50 milioni in tutto il mondo.
Tutto questo venne causato da una guerra fratricida che insanguinò l'Europa. Alcuni filosofi borghesi paragonano queste morti ai problemi dell'attuale comunità europea: spread, troika, debito pubblico.
Bisogna ammettere che sono problemi seri, ma chi non riesce a comprendere l'immane quantità di sofferenza che c'è dietro un conflitto come quello della prima guerra mondiale penso che non abbia un grande senso della realtà. Forse più che stare sui libri nello loro agiate dimore, farebbero bene a fare qualche viaggio nelle zone di guerra per capire veramente cosa significhi (ammesso che abbiano una sensibilità quantomeno sufficiente per empatizzare con la sofferenza altrui).
Detto questo, non sono qui ad asserire che la Comunità Europea è un sistema polico-economico perfetto e che non sia, per l'interesse di pochi, anche causa di povertà e sofferenza. Oggi viviamo in un'Europa di banchieri e signori della finanza i cui i governi degli stati nazionali sono incapaci di gestire le proprie risorse. Dall'altra parte c'è la macchina tedesca, molto più efficiente delle altre, che chiede rigore ai politici degli stati "deboli".
Se la Grecia è in queste condizioni, la responsabilità non è solo della Germania, ma soprattutto dei governati greci che non sono in grado o non vogliono per interessi personali gestire in maniera proficua il bene pubblico.
Quindi chi è che paga in tutto questo? I cittadini europei ovviamente, che sono stretti nella morsa costituita dai bracci della corruzione dei propri governati e il rigore tedesco.
Ma azzerare questo progetto e rituffarsi nei nazionalismi o in delle ideologie estremiste significherebbe fare un passo indietro. Non siamo arrivati all'Europa Unita, dobbiamo cominciare ora a costruirla, in modo diverso, ripartendo dallo voglia di andare avanti insieme e di creare un'Europa in cui i cittadini europei siano al centro delle politiche economiche.
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