AL DI LÀ DELLE APPARENZE
L'inverno aveva un fascino particolare per lui. Amava quel cielo azzurro e terso tipico delle fredde, ma assolate giornate invernali di Roma. In una mattina come quella, il sole abbagliante non era abbastanza per impedirgli di guardare attraverso i vetri dell'Autobus 791, diretto a Trastevere. Le scene di vita quotidiana si susseguivano nelle strade affollate, tra passanti, macchine e tram, per cui il tempo sembrava non passare mai. Per i tram sembra tutto così facile, si muovono su dei binari: rettilinei, curve, ma non pensano mai che potrebbero percorrere strade diverse. Era questa semplicità, questa ripetizione quotidiana, che li rendeva affascinanti agli occhi di Marco.
“Loro sì che non sentono lo scorrere del tempo.” Pensava. Nella ripetizione hanno trovato il modo per essere eterni.
Lui, al contrario, sentiva il piacere e il peso del tempo che scorreva e per questo cercava sempre itinerari diversi. La ripetizione lo annoiava, lo faceva morire dentro, per lui la vita era come un fiume che scorre. Si può entrare più volte in quel fiume, ma non ci si può bagnare due volte con la stessa acqua.
Aveva un libro tra le mani e si ripeteva mentalmente di alzare lo sguardo ogni cinque pagine. Spesso gli era successo di saltare la fermata. Leggere per lui era come entrare in un altro universo, uno sparire dal mondo concreto per entrare nella dimensione del libro. Certe volte si chiedeva se la realtà non fosse poi quella del libro. Alla ventesima pagina, era giunto il momento di scendere.
Percorrendo viale Trastevere, notò due senzatetto appoggiati al muro di una banca: uno giovane, alto e riccioluto dai capelli lunghi; l'altro più anziano, sdraiato sul marciapiede con due cani bianchi accanto a sé. Marco era pronto a rispondere con un secco "no, non ho soldi", quando il giovane barbone, con un'espressione dolce e rassicurante, gli disse: "Fai un'offerta, quel che vuoi, monete o contanti, non ci offendiamo."
Ripensando alle parole dell'uomo, Marco non poté fare a meno di ridere. Si fermò e, guardandolo negli occhi, intravide un'anima innocente, desiderosa di comunicare. Prese gli spiccioli che aveva nel portafoglio, glieli porse e proseguì per la sua strada, con quella battuta che gli rimaneva impressa nella mente: "Anche contanti, non ci offendiamo."
Dopo aver comprato un paio di calzini da una bancarella, Marco ripensò ancora una volta alle parole del giovane barbone, trovandole geniali. Con i 5 euro di resto che gli erano stati dati, decise di tornare indietro per condividere il suo apprezzamento con i due uomini.
Uno di loro ripeté la loro battuta:
"Fai un offerta, quello che vuoi, anche contanti non ci offendiamo".
"Sono passato 2 minuti fa" e aggiunse "Comunque questa battuta è troppo bella".
Il giovane barbone ride.
Marco, un po' imbarazzato, chiese: "che razza sono i cani?"
"Sono cani, che importa," rispose il ragazzo.
"Hai ragione," convenne Marco.
Ricordandosi il motivo per cui era tornato lì, Marco cercò i soldi che credeva di aver messo in tasca. Non riuscendo a trovarli, iniziò a frugarsi disperatamente, finché il barbone più anziano esclamò:
"Soldi, tu hai perso dei soldi… la signora!"
Confuso, Marco lo guardò mentre l'uomo si alzava, zoppicante e goffo, e corse a fermare una signora, ritornando con i cinque euro perduti.
"Tieni, sono tuoi. Ti sono caduti e la signora li ha raccolti," disse il vecchio.
"Forse non ha visto che mi cadevano," rispose Marco, pensieroso.
"No, l'ha visto. Credo che abbia anche abbastanza soldi da non doverli rubare a te" osservò il barbone.
"Li avevo portati per voi, perché mi era piaciuta la battuta," ammise Marco.
Si guardarono negli occhi, e il vecchio sembrò commuoversi, abbracciandolo con gratitudine.
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Marco riprende la sua strada e nell’autobus ricomincia a leggere i dialoghi platonici.
Nel Menone di Platone, Socrate guida uno schiavo, che non conosce la matematica, attraverso la dimostrazione di un complicato teorema geometrico, e con stupore di tutti, lo schiavo riesce a risolvere l'enigma. La critica sostiene che Platone ha narrato questa storia per dimostrare che le idee sono innate. A Marco piace pensare che Socrate, in un'epoca in cui gli schiavi erano considerati poco più che oggetti, lo avesse fatto per mostrare che gli uomini possono avere capacità sorprendenti, indipendentemente dal ruolo che ricoprono nella società.
Oltre le apparenze, c'è un mondo di potenziale e di umanità da scoprire, e forse, come Marco aveva imparato, è proprio nei momenti più inaspettati che si celano le lezioni più preziose.
Nabla, il non giudicare dalle apparenze, fa di te un Uomo Adulto. E' questo che ci fa crescere, guardare oltre, annientare la diversità. Complimenti, mi hai commossa, sei una brava persona.Non male come inizio di giornata...
Questi sono quegli attimi che possono cambiare l'umore di un'intera giornata. Alcune volte mi sono lasciata andare a dei giudizi troppo affrettati. Sbagliavo.
Racconto splendido!
Ti auguro un'ottima giornata!
Tanta troppa gente dà giudizi superficiali sulle persone. Secondo me è invece proprio la capacità di avvicinarsi a chie viene allontanato per qualunque motivo che ci rende più ricchi...
A scuola è il bambino silenzioso e preso in giro, che magari ha una sensibilità non comune e può insegnarci a vedere il mondo con altri occhi.
Nella vita di tutti i giorni una persona asravagante, un extracomunitwrio senza un soldo, un musico di strada o un barbone...
Bravo Nabla.
Non perdere mai questa freschezza.
Ricordati di pensare sempre con la tua testa.
Una storia bella, quasi da film...
mi hai strappato un sorriso, mi hai "commosso", hai suscitato emozioni, hai fatto del bene, hai...
inutile procedere, "guardare oltre le apparenze", bell'insegnamento che a volte si da' per scontato e nessuno ascolta...
Np
La superficialità è degli stolti...guardare oltre le apparenze vuol dire aprirsi al mondo ed essere disponibili ad accettare gli altri così com sono...Ciao e buona giornata!
Che bel post! Già...ogni volta ke vedo qlc x strada..a elemosinare..m si stringe il cuore..
A Pasqua dell'anno scorso, sn andata a servire ai tavoli in un centro x extracomunitari e tutti e ripeto tutti ogni volta che portavo loro il piatto a tavola mi dicevano 'Grazie!!' con un sorriso ...
quell'uomo era un genio.. andava abbracciato! bell'incontro...
?lamiranda, Aika83 e Nobodypensiero: grazie mille mi ha fatto molto piacere quello che avete scritto e sono felice di essere riuscito a trasmettere l'emozione che ho provato con quell'incontro.
Guardare oltre le apparenze è sempre difficile, ma secondo me, bisogna almeno provarci.
?Almost: "Una storia bella, quasi da film..." magari posso proporre ai miei amici di farci un cortometraggio...che ne pensi?
?FantArt: già, e certi tipi di stolti si pensano di avere il mondo in mano (e a volte, vengono anche osannati dalle persone...)
Caspita! Troppo bella questa storia! 🙂
"anche contanti, non ci offendiamo"
è veramente grandioso, apprezzabile.
Per quanto riguarda le apparenze è proprio vero quello che dici.
Ciaü! =)
Ricambio la sbirciatina 😉
Carinissimo questo racconto, complimenti per averlo vissuto e per avercelo raccontato..
?ilpargolo: grazie, un saluto...
?foetta: anche secondo me...
?LuceDellaMente:grazie e complimenti per quello che hai fatto.
"Mostrami un uomo a cui la vita è andata male e ti dimostrerò che è solo un caso se al suo posto non ci sei tu."
giorni fa ho visto un ragazzo extracomunitario e di colore seduto davanti a un discount che vendeva degli oggetti. Davanti a lui una zinagara con una bambina. Insomma gentaglia che gente per bene non guarda di sicuro. Il ragazzo è entrato nel discount ha comperato tre banane è uscito e ne ha offerte due alla zingara con la bambina, quella gli ha sorriso e scuotendo la testa gli ha detto che bastava una. Ecco, un mondo possibile, sono cose che ti cambiano la vita.
Caro Nabla: ti consiglio un giro su questo blog http://stazionemilano.splinder.com/
baci
?Primocarnera: bellissima questa frase. grazie ciao
?hariseldom: probabilmente ai "margini" la solidarietà è molto più presente rispetto alla "società bene". Generalizzare è sempre difficile, ciò che conta sono le singole persone e non quello a cui appartengono.
grazie ciao
?Almost: grazie per la segnalazione.
Ne abbiamo ammazzati molti altri...
ho letto il tuo post e in sottofondo suonava "almeno tu nell'universo"cantata da elisa..beh, mi sono commossa..
Mhh...
post particolare...
il finale m'ha un po' deluso...
non per niente...
ma quello che hai raccontato meritava forse una riflessione autonoma...
tu non fai come Socrate, eh!? 🙂
Stasera farò caso ai barboni a Trastevere...
se incontro i tuoi amici te li saluto!
?Voa: Mhh...
concludere in modo migliore rispetto a lasciar parlare Socrate,no...non penso lo possa fare, comunque apprezzo la sincerità...ciao
?chiccadi: sono felice che ti sia piaciuto...grazie per il bel commento.. ciao
? Midsef: purtroppo...
Nabla, è come se avessi letto uno dei miei tanti racconti....
Ma ovviamente Noi siamo in doppio petto.... No comment!!!
Muty ^__^
Accipicchia, noto che sono l'unica a non essersi meritata una risposta. Evabbe', se così deve essere..
?Opulentamente72: scusami, ho apprezzato molto il tuo commento ma, non so come, ho dimenticato di risponderti.. come posso farmi perdonare?
?Muty: grazie, ne ho letto qualcuno, mi sono piaciuti molto.
è il blog degli amici che ha segnalato almost. vi consiglio di andarlo a visitare, è molto bello.
ciao
Nessun Problema 🙂
Pensavo che fosse stata un'antipatia "A PELLE", felice che non sia così...
Ciao 🙂
Bo io invece avvolte quando li incontro, con un po di vergogna, sento dell'antipatia per questi ragazzi che chiedono qualche moneta. Proprio per il fatto che ripetono a tutti la stessa battuta, per essere simpatici, poi tu ripassi e non ti riconoscono (e successo anche a me). Mi viene da pensare che per loro non sono tanto una persona, ma piuttosto una "moneta" vagante. Che sono simpatici con me per strategia. Ma cosi siamo tutti comunque, Simpatici per strategia.
William James affermava: "L’arte di essere saggi è l’arte di capire a che cosa si può passare sopra".
?Opulentamente72: il nabla è un operatore matematico è difficile che gli stia antipatico qualcuno senza averlo analizzato anche con la ragione...
?criminale: non mi ha riconosciuto perchè quando mi sono avvicinato, lui era girato e non ha avuto neanche il tempo di mettere a fuoco e poi era buio.
"Mi viene da pensare che per loro non sono tanto una persona, ma piuttosto una "moneta" vagante" Secondo me, spesso, questo accade in ambito lavorativo, una persona che chiede un aiuto, lo fa per sopravvivere e non penso sia facile.
La simpatia è un buon modo di chiedere le cose, non ti pare?
grazie ciao
?aliceydulcinea: concordo, grazie ciao
veramente illuminanti i due barboni. forse è vero non hanno avuto le nostre possibilità come tu stesso hai detto. il che mi fa pensare di dover sfruttare le occasioni che mi si presentano anche per conto loro.
P.S.: SE UN GIORNO DOVESSI MAI SCRIVERE UN LIBRO, TI SCIPPEREI QUESTO RACCONTO & ANEDDOTO
CIAO
mi sono sempre chiesta quanti scrittori e autori facciano "Shopping di idee" fra le pagine dei blog...
Be' almeno questo ha avvertito... ma in forma anonima... 😉
Gli stolti sono orde e soffocano la terra con la loro arroganza, con la loro superficialità. In molti mi hanno schernito, ma un giorno il riso morrà nelle loro gole.
Un caro saluto
Davanti a una persona che vive per strada non ho mai pensato d'aver più dignità, piuttosto, meno coraggio.
?Utente Anonimo: il presentarti come anonimo, da una certa credibilità a quello che dici. Se la cosa dovesse avverarsi, almeno spero che mi offrirai un caffè...
?Almost: caffè pagato anche per te.
?Antares: ho paura per loro...
Un saluto anche te Antares
?Sabrinamanca: quando questo è frutto di una scelta, anch'io...
ciao, capito qui per la prima volta...mi è piaciuto il tuo aneddoto sui barboni..penso continuerò a leggere i tuoi post...un saluto da bologna...^^
Ahahaha...non intendevo il finale del far parlare Socrate! Ci mancherebbe...Socrate e Platone sono gli unici che lascerei parlare anche e soprattutto oggi! Non mi è piaciuta la tua riflessione buonista...che pur se giusta è un po' scontata...
Ok...sembra che sia venuta a criticare il tuo blog...non è così...solo un'esternazione estemporanea dell'effetto del tuo post sui miei pensieri.
Scusa il ritardo, Nabla! 🙂
E' una storia semplice e bella, come l'hai raccontata mette in evidenza contraddizioni e ipocrisie.
Forse ti hanno contestato questo intento didattico? Io credo sia stato importante, invece, questo tuo sottolineare chi sono gli onesti, gli intelligenti. Il riferimento a Socrate giustifica anche questo (ammesso e non concesso che ci sia da giustificare qualcosa).
Certo, non sono regole generali quelle che discendono dalle tue considerazioni, ma l'esistenza di casi particolari fa pensare a "teoremi" ben diversi da quelli che la comune morale perbenista cerca di insegnarci.
Ciao!
?Wil: vorrei dirti come mi capisci tu, non mi capisce mai nessuno, spero non venga frainteso:)…
Ciao!
?Voa: Ci mancherebbe, le critiche “educate” sono sempre ben accette…
Buonista? Socrate non era certo buonista e neanche io lo sono. Con “Al di là delle
Apparenze” vorrei invitare e invitarmi ad di indagare sempre, a non soffermarsi sulla superficie, qualsiasi uomo abbiamo di fronte che sia barbone, imprenditore, politico…
Meno preconcetti e più analisi del caso singolo.
Scontata? Guardando la società di oggi ti sembra scontata?
Mi fa piacere che per te lo sia, conosco molte persone per cui non lo è…
Ciao
?crazyKate: grazie, ti ospiterò volentieri…
Sai che questo post mi ricorda il Vangelo di ieri? Gesù nella sinagoga che rivela la sua identità, la sua figliolanza divina e i nazaretani che dicono fra di loro: Ma questo non era il figlio di Giuseppe? Il figlio del falegname? Da dove gli viene tutta questa sapienza? Ecco, il pregiudizio è una brutta bestia! Complimenti per il post! 🙂
Eh, sì, Nabla, poi la gente pensa male ;D
Volevo aggiungere un paio di cosette: sono d'accordo con te, quando dici che "La simpatia è un buon modo di chiedere le cose". E' un "trucco" per convincere la gente? Probabilmente sì, e sicuramente è più schietto di tanta ostentazione di "simpatia" (tanta da stare sulle palle!) usata per raggranellare ben più di qualche euro.
E poi... capita che non sia la mancanza di opportunità a far diventare "barboni" (bellissima la frase citata da primocarnera al #12), ma una scelta, l'unica dopo aver rifiutato un mondo che ripugna.
Ciao.
?Fraleone: non a caso, c’è chi ha colto delle somiglianze tra gli scritti di Platone e il vangelo (mi sembra un “certo” Agostino).
?Wil: si, molto bella anche per me la frase del “12” mi ricorda un film con Eddie Murphy, Una poltrona per due, in cui viene lanciata proprio questa provocazione.
Ciao!
a quanto ho capito sei di Roma! 😀 anche io conosco una ragazza di Roma anke se ormai nn ci vediamo da tanto tempo. Io sono siciliano, quindi trovare una ragazza di Roma in Sicilia ti assicuro ke nn e facile....Ci sentiamo ciaooooo
Adoro questo genere di post...
È da quando lessi l'apologia di Socrate che non ci pensavo più ai Vecchi filosofi.
Un saluto.
Ma.Ma.
Una piccola emozione.
Semplicemente.
Anche le favole metropolitane esistono...
bel racconto...davvero =)
?M4rco91: anche in Sicilia penso ci siano ragazze non male, buona ricerca...
?mmazzi: Adoro questo genere di post... e allora hai trovato il post(o) giusto...grazie
ciao
?LuceInvernale: ...per fortuna.
Ciao Nabla,...
bel racconto,....
un pò di esperienza coi barboni l'ho fatta e ti assicuro che meritano, meritano di esser conosciuti e frequentati...
c'è da imparare.....
ciao
fil
ciao nabladue... io credo che sia un pò difficile guardare al di là delle apparenze,per chi non ha una mente elastica e matura ...quante meraviglie si trovano al di là delle apparenze ..forse sono i tesori più belli ....una persona intelligente e colta può essere la più meschina...povero lui!...trovo belle le tue parole e trovo anche che sei una bella persona...dai freschezza con le tue parole...ti invito a leggere il mio post "ai margini della vita"....quell'incontro ...quello sguardo mi hanno dato una fortissima emozione...a presto...
Anche se mi dispiace ogni volta, in genere anch'io non lascio offerte.
Però oggi sì.
Un tipo con la fisarmonica mi ha dedicato un motivetto ed un sorriso dolce e, almeno così l'ho interpretato, felice. Quando gli ho detto che non avevo moneta non ha mutato espressione, mi ha salutata con un ciao cordiale.
20 passi più avanti ho controllato il portafogli, sono tornata indietro e gli ho dato delle monetine, poca cosa.. Mi ha ringraziata, ancora con quel sorriso...
Ciao nabla ti ringrazio per il commento lasciato... è molto bello ciò che scrivi ..un caro saluto un abbraccio e passa a trovarmi quando vuoi... 🙂
?Filemazio: me ne sono reso conto, grazie ciao
?minidoll74: grazie a te e alle tue belle parole. Penso sia sempre più difficile trovare menti elastiche e secondo me, ci vuole un po' di coraggio, il coraggio di non uniformarsi e di non avere preconcetti.
?Seplasia: la cordialità per la cordialità è una bella cordialità (scusa il gioco di parole). ciao
non fa una piega.. bello
Ciao! E' la prima volta che passo di qui, mi piace il tuo blog!
A presto,
Boudicca
stai avanti. fidati.
?notFound e Boudicca e sworntoblack: grazie
?IngFra: l'immagine non è mia, è stata fatta da una nostra amica di splinder ma non posso rivelare chi...
apotropaico non lo conoscevo ma, può essere molto utile.
Veniamo a NOI:
"NOI" intendo chi giudica prima di conoscere, soprattutto chi giudica prima di conoscere qualcuno che si trova in una situazione difficile...tutti quelli che, pur avendo successo nella società, non si chiedono mai : ma qui, cosa ci sto a fare?
Si, la solita storia essere o apparire….è un cane, che importa.
ciao
Letto non rende, come il mio amico Paolo alla stazione. Poi essere li in quel momento, capace e cosciente come te in quella scena, beh hai avuto un gran colpo di vita. Grazie per aver scritto.
tutto giusto tutto giusto...posso fare un po' di polemichetta? ma quando dici NOI esattamente di che parli?
PS che belli i brandelli di equazioni di maxwell e il nabla in 4 dimesioni nell'immagine di apertura del tuo blog....ah io ho scritto un post che si chiama iperuranio...dice chisenefrega...no era per far vedere che non sono un cretino qualsiasi..eheheh ah e so anche che vuol dire apotropaico...
beh complimenti alla nostra amica...einstein..maxwell...socrate molto bello l'accostamento matematico-filosofico...il formalismo matematico è ostico per quello ne vengono ignorate la bellezza e la potenza...racchiudere in una sola riga, in 5 simboli l'essenza dell'universo è qualcosa di strabiliante...eppure quasi nessuno riesce ad apprezzare quella bellezza, la bellezza della semplicità...semplicità: è un cane che importa...
Apotropaico, come dice un mio finissimo amico quando si tocca le palle: "sto facendo un gesto apotropaico". ;D
(be', vuol dire proprio quello: che "allontana" la sfiga...)
Direi che da quel "NOI" si salvano pochi, Nabla. A volte anche solo lavorare dietro uno sportello di banca fa sentire parte di una élite, sufficiente per guardare dall'alto la signora male in arnese con le borse del Lidl o il pensionato con le macchie di sugo sulla camicia.
A volte temo che in "NOI" finiamo pure... noi che scriviamo tante belle cose sull'essere e l'apparire. A fronte delle belle cose scritte per fortuna c'è un Nabla che vive questa teoria. Chi l'ha detto che la matematica è arida?
La forma relativistica delle equazioni di Maxwell, quella con il l'operatore quadratino, porta addirittura a scrivere il sistema di forma ancora più compatta (con opportune convenzioni, una sola equazione; poi son cazzi risolverla per casi particolare, però...).
Ciao!
?IngFra: ho trovato un altro che mi capisce. Spero non sarai geloso, Wil? 🙂
?Vittorio: già, ho cercato di trasmettere l'emozione che ho provato in una giornata particolare
(ce ne fossero sempre)
?Wil: LOL apotropaico. Come sai, tra teoria e pratica c’è sempre un abisso, ma, già porsi dei problemi e dei dubbi, può essere un buon inizio. Per fortuna mi nascondo dietro ad un blog, dopo quello che avete scritto sento un “leggero” peso in più sulla coscienza…
Grazie. ciao
Tranqui, InfFra oltre ad essere uno spirito acuto e irriverente, conosce pure le equazioni di Maxwell! ;D
(oltre ad essere un fan del software libero, encomiabile!)
Ciao!
un giorno,non avendo voglia di andare a scuola mi misi a camminare per le strade del centro.
notai un ragazzo,rumeno,giovane e,non lo nego,di bell'aspetto,con un cagnolino...li ho dato dei soldi...ma io volevo saperne di piu su di lui,cosi giovane e per strada...la sua storia.
gli ho offerto una sigaretta,e mi sono seduta accanto...mi sono sempre chiesta se per chi vive per strada a mendicare sia peggio la gente che li guarda fissi o quelli che li ingorano...o domande del genere...forse inopportune ma per una curiosa morbosa come me...
lui era stupito che mi fossi seduta per terra a parlare con lui,che non mi importasse se la gente guardava storto..
ho imparato piu cose quella mattina che in 17 anni sui banchi
un bacio sat*
Belli i tuoi pensieri. Mi garbano.
Il discorso sugli stipendi dei ricercatori poi, è una cosa di cui si parla spesso in classe.
Mi piacerebbe commentarti, ma.. non riesco a concentrarmi se so che il mio commento è solo uno dei tanti.
Ti leggo, ma non aspettarti chissà quali conclusioni.
Arevoir.
?Shantall: Io cerco di leggere attentamente tutti i commenti e rispondere, se questo ti basta, i tuoi commenti sarebbero molto graditi, altrimenti continua a leggere solamente mi fa piacere lo stesso.
grazie ciao
?wilcoyote: ciao wil
?satanetta: molto bello questo rocconto. Purtroppo, secondo me, a volte la scuola dimentica che la "cultura" serve anche nella vita pratica. ciao
Grazie per la visita e per il commento, Nabla... ma come sempre la verità (Heisemberg insegna, no?) dipende ANCHE dal punto di vista dell'osservatore... e dunque "catena" è una bruttissima parola se allude a "vincoli & prigionia"... ma può metaforicamente riferirsi a volontari "legami" tra persone che condividono interessi e modi di "sentire" le cose...
E non proseguo, se mi addentrassi nelle vertiginose implicazioni "filosofiche" dei tuoi post farei un trattato a mia volta... solo un sincero complimento per la tua lucidità di analisi (sarà un caso che ci "si capisce" meglio - sto pensando anche a Wilcoyote, ad esempio - sia caratterizzato - anche - da una una certa formazione scientifica?) e la tua sensibilità...
A presto dal tuo
Cosimo
Mannaggia la fretta... quel "ci si capisce" era "CHI si capisce", of course...
ho letto il tuo post con molta attenzione ed interesse e ti assicuro che mi ha toccato veramente! a volte giudichiamo le persone da un piccolo particolare e ci fermiamo nel conoscerle: ci consideriamo "supremi" nel nostro giudizio e magari decidiamo così se una persona può o non può avere un ruolo, magari sul lavoro, magari nella nostra vita! e purtroppo questa è la nostra società, piena di pregiudizi e sempre con le mani avanti! bel racconto...ciao ciao
Pregiudizio e perbenismo sono due mali che ostacolano il rispetto per l'altro, per colui che più "sfortunato"si trova a vivere di stenti.
l'operatore quadratino è il nabla in quattro dimensioni...la quarta dimensione del nabla direbbe qualche mia arguta conoscenza virtuale...eheheh... noto con piacere che wilcoyote ha colto la provocazione della mia domanda...
saluti
fra
? Cosimopiovasco: innanzi tutto grazie della tua visita. Mi ricordo che sei stato artefice di uno dei primi commenti che più ho apprezzato, e che mi ha dato la spinta per continuare questo blog che pensavo nessuno avrebbe commentato.
Heisemberg arriverà presto da queste parti, ho provato a contattarlo mi ha detto che forse mi passa a trovare :).
Per quanto riguarda le catene purtroppo, come Wil ho una certa avversione, ma la vostra era molto carina.
?LaGattaGiada: grazie per il tuo bel commento.
? minidoll74: anche perchè potremmo essere noi al loro posto (commento 12 )
? IngFra: non so se si è capito ma il NOI era provocatorio anche nei miei confronti…
Senza entrare in dettagli che agl’ altri potrebbero risultare noiosi, io il Nabla al quadrato (laplaciano), l’ho visto più spesso nelle 3 dimensioni come somma delle derivate seconde rispetto alle tre coordinate spaziali. Comunque, può essere....
ciao
Scherzavo...avevo capito, volevo solo annoiare un po' di persone e poi mi sembra che in quel caso assuma un altro nome (operatore di d'Alembert) e non sono più io, il laplaciano...effettivamente nelle quattro dimensioni è più bello ma, come dice wil poi so cazzi...
ciao
non parlavo del nabla quadro ma del quadratino che wil ha giustamente notato nella tua immagine di apertura "l'operatore quadratino" è il nabla in 4 dimensioni, cioà la somma di 4 derivate parziali; è utlizzato nelle formulazioni quadridimansionali delle equazioni dell'elettromagnetismo dove alle 3 coordinate spaziali si aggiunge il tempo...la quarta dimesione...
saluti
Fra
Fantastico...E' veramente "terapeutico" a volte fermarsi a parlare con persone che abitualmente evitiamo perchè vivono in modo molto diverso dallo "standard", anche se molto spesso è proprio la standardizzazione che li ha ridotti così. Ed il bello è che alla fine ci vengono mille dubbi. Perchè forse riescono a vedere dalla loro angolazione cose che noi chiusi dai nostri paraocchi non riusciamo a scorgere. CIAo
S
Sai a forza di leggere e rileggere il tuo bellissimo racconto mi è tornata alla mente una cosa che mi è successa quando avevo 20 anni.
Lavoravo in un piccolo negozio di orologi.
Entrò una signora anziana con gli abiti un po' lisi. Si vedeva chiaramente che non se la passava bene.
Ma aveva un viso molto dolce. La mia collega lasciò, ovviamente, la "patata bollente" a me... almeno così mi sembrò che reputasse quella vecchina dal viso tanto dolce.
Aveva l'orologio rotto e il cinturino un po' malconcio. Cercai di rimetterle a posto tutto come meglio potevo. E intanto intrattenemmo una piacevole conversazione. Anche se la sua vita, mi raccontò, era stata tutt'altro che piacevole. Aveva sofferto e si vedeva. Ma non se ne lamentava. Si rimetteva a una volontà superiore e serbava il ricordo delle persone care che le erano state portate via da chissà quale sciagura. "Due figli e un marito" mi disse. Doveva averli persi tutti e tre da giovane. E per la dolcezza che emanva si vedeva che li aveva tutti e tre vicini. Nell'anima, nei ricordi o nel cuore come ognuno meglio crede.
Ovviamente il servizio di riparazione fu gratuito. E lo feci durare il più possibile. Fare la commessa mi piaceva: mi piaceva il contatto con l'umanità... tutta, varia.
La signora, lei che aveva perduto tutto, per dimostrarmi la sua infinita gratitudine, mi regalò il suo braccialetto di rame "Le fa bene alle ossa sa?" mi disse "E poi spero che le porti fortuna".
Il braccialetto è nella scatola dove conservo i ricordi più cari. E gli occhi di quella signora, ma soprattutto la sua voce calma e serena nonostante le avversità, me le porto ancora nel cuore.
Quanto avrei perso se come la mia collega mi fossi allontanata da una persona un così particolare per risparmiarmi un po' di (piacevole) fatica...
Ciao Nabla, spero di non essere uscita fuori tema 🙂
Racconto molto bello almost, sei riuscita quasi a commuovere un uomo rude e razionale come me...:)
grazie ciao
Almost, è una storia molto dolce e commovente. Lavorando a contatto con la gente capitano ogni tanto situazioni del genere, da cui purtroppo molti rifuggono, perdendo occasioni per arricchire la propria umanità (e perdendo pure pezzi della medesima).
Nabla, hai riconosciuto l'essenza della mia cultura, sintetizzata nella mirabile frase "poi so' cazzi" ;DD
Nella famosa illustrazione in testa al blog si vede pure la "genesi" dell'operatore quadratino, come composizione del nabla al quadrato con la componente temporale, con il segno cambiato secondo la metrica di Minkowski.
Però, dài, il gioco di parole con il tuo nick sussiste in ogni caso: nabladue, nabla quadrato, sia nel caso dell'ordine due di derivazione che nella forma (quadrata, appunto) del simbolo dell'operatore dalembertiano... ;D
Comunque, come dichiarai al termine del corso di Relatività, farcito di simboli strani più di un panino di McDonald, "ora son cazzi!".
Ciao!
Si, Minkowski che detto così può sembrare una brutta parola, è lo spazio-tempo introdotto da questo signore da cui a preso il nome.
Io lo dicevo appunto per sottolineare i miei limiti rispetto alle 4 dimensioni (o più), che incutono sempre un certo timore, a me risulta già difficile pensarne 3… e poi so’…
bel racconto
vorrei che non ci fossero più differenze tra noi e loro ma solo quelle tra uomo e uomo
LOL! Sì, ho sempre ghignato al nome di Minkowski. Prima di studiare la matrice di Cabibbo (giuro, esiste davvero! in fisica delle particelle!).
Quando ci si infila nei meandri della moderna fisica teorica il numero di dimensioni è l'ultima cosa di cui ti devi preoccupare.
La prima è il sospetto che ti stiano vendendo il Colosseo, certe formulazioni si potrebbero sintetizzare con "se ti bevi questa crederai a tutto". ;D
Ciao!
Lo so che è così...anch'io ne ho incontrato uno che alla fine m'ha dato consigli per la casa editrice, perchè ne aveva gestita una per 12 anni a Milano...abbiamo chiacchierato di semiotica, glottologia con leggerezza.
E il sorriso di quell'uomo che non aveva più nulla...nè denaro, nè sovrastrutture...
Raccontare è niente. Le emozioni che vivi, ti restano dentro.
Grazie per il tuo post 🙂
Condivido l'osservazione sulle rappresaglie.
(sulle metriche relativistiche mi hanno ampiamente riempito le palle in un corso dedicato, dopodiché mi sono avventurato in spazi ancora più allucinogeni, nei meandri dei quali vivono gli angoli di Cabibbo, che mi immagino paciosi e rossi, con le relative matrici).
Riprendendo Pollymagoo, non mi stupirebbe se qualche barbone mi parlasse con competenza di elettrodinamica quantistica...
ehehehe...l'incubo dell'ipercubo...in realtà l'operatore di d'alambert è un laplaciano nello spazio a 4 dimensioni, mentre il quadratino nasce semplicemente come un nabla (non al quadrato ma solo nabla) generalizzato alle 4 dimensioni....l'operatore di d'alambert è un quadratino sottoposto a trasformazione di lorentz e poi elevato al quadrato...ma siccome le vie del formalismo sono infinite invece di indicarlo con quadratino tilde quadro lo si indica anche con quadratino e basta....ora se non la piantiamo qualcuno ci viene sotto casa a bucarci le gomme della macchina...cazzarola la matrice di cabibbo la ignoravo ma ora mi ha aperto un mondo ...
?pollymagoo: grazie a a te per la tua interessante testimonianza, condivido quello che dice wil.
?fraleone:pace e bene anche a te
?Wil e Ingfra: allora, per la nostra incolumità chiudiamo questa parentesi McDonald...:)
Ciao!
ciao
la bellezza di questo episodio stà soprattutto nel modo in cui l'hai vissuto. Quei due uomini erano probabilmente persone interessanti di per sé, la cosa non scontata è che tu ne sia accorto, che abbia avuto voglia di tornare indietro e poi di riflettere e raccontarlo...questo mi colpisce molto...
Grazie per il bellissimo commento e per aver capito perfettamente il senso di quell'episiodio...
ciao
bellissimo questo aneddoto, fa pensare tantissimo, soprattutto al giorno d'oggi che molta gente gira per le strade sospettosa sempre del prossimo, e soprattutto all'apparenza.
Mi piace come scrivi, credo che passerò più di frequente
Cicuta per me! Brindo alla Tua!
bellissimo. da mesi ho in testa un post sui barboni, giuro che non ti rubero' idee!!
scherzi a parte, la vedo come te (non a caso nel mio profilo parlo proprio di "guardare al di la' delle apparenze"). e mi fa piacere che siamo concittadini, magari potremo incontrarci una volta.
Una mia amica mi ha detto, di aver letto questo racconto. Mi ha invitata a farlo anch’io. Mi sarebbe piaciuto.
L’ho stampato e letto per curiosità. Amo sottolineare le frasi, le parole, appuntare qualcosa.
Non faccio mai commenti in rete, ma è un ottimo momento per farlo. Anche se l’anonimato è un’arte che non mi appartiene.
Bel racconto. Mi è piaciuta moltissimo la prima parte. Ho apprezzato l’esposizione, l’occhiata al quadro del movimento cittadino di Roma, in cui ho rivisto la realtà romana, che adoro nonostante tutto, in un normale giorno feriale.
Mi sono rivista in questo viaggio sul 791. L’ho preso per anni, perché passa nel mio quartiere; poi causa salute ho abbandonato questo mezzo. Non c’è molta differenza in auto verso Eur: stessa ora, stesse macchine, stessi pedoni sul ponte, stesso minibus scende a vasca navale etc.
Ho gradito molto la scelta studiata dei vocaboli..
Mi è piaciuta molto la figura di Marco, lettore che si dissocia dalla realtà e dimentica di scendere alla fermata.
E’ bellissimo immaginare la lettura, come un ingresso in un’altra dimensione.
Lavoro in una biblioteca e mi piace questa idea della lettura; anche se è una sala studio con testi di scienze e tecnologia, ma essendoci il book crossing, magari qualcuno legge un romanzo e si dissocia dalla realtà. Mi piacerebbe.
Ho trovato molto suggestiva, la descrizione di un evento spettacolare e commovente, il dialogo dei personaggi presenti, che richiama l’attenzione. Fa riflettere. Non so, se è un racconto inventato, ma mi accadde, a Viale Marconi, una cosa simile. Mi fu proposto, anni fa: “anche in contanti”. Mi fece sorridere, voleva la mia attenzione, riuscendoci.
Ho gradito molto, l’ultima parte, in cui viene citato Il Menone di Platone e l'esperimento maieutico di Socrate.
Una scelta non casuale, secondo me, perché non è avulsa da questo racconto. Il Menone è caratterizzato da protagonisti che si muovono in una specie di palcoscenico e mettono a parte i lettori dei dialoghi, come in questo scritto. Entrambi hanno una forte drammatizzazione.
Mi è piaciuto il voler andar oltre l’innatismo descritto nel Menone ed immaginare, che Socrate volesse dimostrare che ognuno, al di là del ruolo che ricopre nella società, può avere delle capacità segrete. Vale per tutti. La persona, che pulisce la stanza dove lavoro, è un uomo colto. A volte gli proporrei uno scambio.
Caro Scrittore, lei, brillantemente ha trattato il tema del pregiudizio. Se mi permette, questa storia offre uno spunto di riflessione ampio. Ci sono tante forme di pregiudizio. Esiste un pregiudizio inconsapevole, che rende molto miope la vista. Toglie la libertà e il piacere di conoscere l’altro. Accade nel nostro anonimo quotidiano. E’ causato dal condizionamento di “regole” che, mentre rassicurano, castrano. Non riguarda l’intolleranza. Bisognerebbe fare tabula rasa: ascoltare, osservare, capire chi è davanti o seduto accanto. Non si ascolta, per dar retta alla testa, al sentito dire, a ciò che pensa la gente, invece di sentire “la pancia” e vedere la verità. Mi è accaduto tanti anni fa, non è stata cattiveria. Non è stato facile, fa paura e allora meglio non dare chance e ricondurre tutto a una equazione od a deduzione spesso imperfetta. Questo racconto avrei voluto leggerlo prima, ma forse è questo il momento giusto.
Libriarian71
Una mia amica mi ha detto, di aver letto questo racconto. Mi ha invitata a farlo anch’io. Mi sarebbe piaciuto.
L’ho stampato e letto per curiosità. Amo sottolineare le frasi, le parole, appuntare qualcosa.
Non faccio mai commenti in rete, ma è un ottimo momento per farlo. Anche se l’anonimato è un’arte che non mi appartiene.
Bel racconto. Mi è piaciuta moltissimo la prima parte. Ho apprezzato l’esposizione, l’occhiata al quadro del movimento cittadino di Roma, in cui ho rivisto la realtà romana, che adoro nonostante tutto, in un normale giorno feriale.
Mi sono rivista in questo viaggio sul 791. L’ho preso per anni, perché passa nel mio quartiere; poi causa salute ho abbandonato questo mezzo. Non c’è molta differenza in auto verso Eur: stessa ora, stesse macchine, stessi pedoni sul ponte, stesso minibus scende a vasca navale etc.
Ho gradito molto la scelta studiata dei vocaboli..
Mi è piaciuta molto la figura di Marco, lettore che si dissocia dalla realtà e dimentica di scendere alla fermata.
E’ bellissimo immaginare la lettura, come un ingresso in un’altra dimensione.
Lavoro in una biblioteca e mi piace questa idea della lettura; anche se è una sala studio con testi di scienze e tecnologia, ma essendoci il book crossing, magari qualcuno legge un romanzo e si dissocia dalla realtà. Mi piacerebbe.
Ho trovato molto suggestiva, la descrizione di un evento spettacolare e commovente, il dialogo dei personaggi presenti, che richiama l’attenzione. Fa riflettere. Non so, se è un racconto inventato, ma mi accadde, a Viale Marconi, una cosa simile. Mi fu proposto, anni fa: “anche in contanti”. Mi fece sorridere, voleva la mia attenzione, riuscendoci.
Ho gradito molto, l’ultima parte, in cui viene citato Il Menone di Platone e l’esperimento maieutico di Socrate.
Una scelta non casuale, secondo me, perché non è avulsa da questo racconto. Il Menone è caratterizzato da protagonisti che si muovono in una specie di palcoscenico e mettono a parte i lettori dei dialoghi, come in questo scritto. Entrambi hanno una forte drammatizzazione.
Mi è piaciuto il voler andar oltre l’innatismo descritto nel Menone ed immaginare, che Socrate volesse dimostrare che ognuno, al di là del ruolo che ricopre nella società, può avere delle capacità segrete. Vale per tutti. La persona, che pulisce la stanza dove lavoro, è un uomo colto. A volte gli proporrei uno scambio.
Caro Scrittore, lei, brillantemente ha trattato il tema del pregiudizio. Se mi permette, questa storia offre uno spunto di riflessione ampio. Ci sono tante forme di pregiudizio. Esiste un pregiudizio inconsapevole, che rende molto miope la vista. Toglie la libertà e il piacere di conoscere l’altro. Accade nel nostro anonimo quotidiano. E’ causato dal condizionamento di “regole” che, mentre rassicurano, castrano. Non riguarda l’intolleranza. Bisognerebbe fare tabula rasa: ascoltare, osservare, capire chi è davanti o seduto accanto. Non si ascolta, per dar retta alla testa, al sentito dire, a ciò che pensa la gente, invece di sentire “la pancia” e vedere la verità. Mi è accaduto tanti anni fa, non è stata cattiveria. Non è stato facile, fa paura e allora meglio non dare chance e ricondurre tutto a una equazione od a deduzione spesso imperfetta. Questo racconto avrei voluto leggerlo prima, ma forse è questo il momento giusto.
Buongiorno Librarian71,
Innanzi tutto la ringrazio per il commento, mi ha reso veramente felice. Anche se non la conosco, dalle sue parole si capisce che lei è una persona di cultura e che ama i libri, leggere e interpretare. Per questo il suo commento ha un grande valore per me. È difficile trovare sul web persone che leggano con attenzione e che sappiano capire in profondità e spiegare quello che leggono. La cosa sorprendente è che io, seppure sono l’autore di questo breve racconto, non avrei saputo spiegarlo bene quanto lei.
Non ci crederà, ma erano mesi che non leggevo la posta del sito perché oramai è piena di spam e, ultimamente, non ho avuto molto tempo da dedicare al blog.
La ringrazio infinitamente per il suo commento.
P.S.
Io amo le biblioteche e, durante l’università, ho lavorato a quella di biologia sita in Viale Marconi