Confucio disse: «Amare il prossimo».
Fang Chi interrogò il Maestro sulla conoscenza.
Confucio disse: «Conoscere e comprendere il prossimo».
Confucio
1. se agendo per gli altri sono stato leale;
2. se trattando con gli amici sono stato sincero;
3. se metto in pratica ciò che trasmetto agli altri».
Discepolo di Confucio
Confucio disse: «Essa è la reciprocità (shu). Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te».
(15:35)
Qualcuno replicò: «E Shen Cheng?»
Il Maestro disse: «Shen Cheng è pieno di desideri. Come può essere fermo?».
Confucio disse: «Ci sono casi in cui odia. Odia chi parla dei difetti altrui.
Odia chi, stando in basso, critica chi sta in alto.
Odia chi è coraggioso ma non tiene conto delle norme di condotta.
Odia chi è audace ma è limitato».
Poi disse: «Anche tu odi qualcuno?».
Zigong rispose:
«Odio chi prende l’astuzia per sapienza.
Odio chi prende l’insolenza per coraggio.
Odio chi prende la delazione per schiettezza».
Confucio disse: «L’artigiano che desidera eseguire bene il suo lavoro, deve innanzi tutto affilare i suoi arnesi. Cosi, chi risiede nello stato, serva i dignitari più virtuosi e faccia amicizia con i letterati dotati di umanità».
Confucio disse: «Qui non si tratta solo di umanità, ma di santità! Gli stessi antichi sovrani Yao e Shun si afflissero per non arrivare a tanto!
D’altronde, chi possiede l’umanità rende autonomi gli altri in quanto desidera egli stesso essere autonomo; fa progredire gli altri in quanto desidera progredire egli stesso. La capacita di valutare gli altri partendo da se stessi si può definire il “criterio dell’umanità”»
Il Maestro disse: «L’uomo superiore non premia in base alle parole, ma non respinge un argomento a causa di chi lo sostiene».
Confucio disse: «L’uomo superiore comprende la giustizia e la correttezza; l’uomo dappoco comprende l’interesse personale».
Il Maestro disse: «L’uomo superiore è calmo e magnanimo, mentre l’uomo dappoco è sempre agitato».
Zigong disse: «Gli errori dell’uomo superiore sono simili alle eclissi di sole e di luna. Tutti se ne accorgono quando sbaglia, e tutti lo ammirano quando si ravvede».
Confucio disse: «Nove sono i pensieri dell’uomo superiore: osservare attentamente quando usa gli occhi, ascoltare acutamente quando usa le orecchie, essere cordiale nell’aspetto, essere rispettoso nel tratto, essere leale nelle parole, essere riverente nei propri doveri, interrogare nel dubbio, pensare alle conseguenze nell’ira, e alla giustizia nel guadagno».
Qualcuno chiese: «Che cosa pensi del detto “ricambiare l’odio con la benevolenza” ?». Confucio disse: «Con che cosa ricambieresti allora la benevolenza? Ripaga l’odio con la rettitudine, e con la benevolenza ricambia la benevolenza.
Confucio disse: «Eccedere equivale a difettare».
Confucio disse: «Chi non cambia è solo il saggio più elevato o lo sciocco più ignorante».
Confucio disse: «Combattere i propri difetti e non quelli degli altri non è riformare e correggere il male?».
Confucio disse: «You, ti insegnerò che cos’e la sapienza: riconosci di sapere quel che sai e di non sapere quello che non sai. Questa e la sapienza».
Confucio disse: «Non spiego a chi non si sforza di capire, non aiuto chi non si sforza di esprimersi, non ripeto a chi, dato un angolo, non è in grado di trarre gli altri tre».
Zigong obiettò: «Ma se il Maestro non parla, che cosa potranno tramandare i suoi discepoli?».
Confucio disse: «Che il cielo forse parla? Le quattro stagioni seguono il loro corso e tutti gli esseri sono procreati. Che il cielo parla?».
Confucio disse: «Solo chi comprende il nuovo attraverso un’attenta analisi di quanto è già noto può considerarsi maestro».
Confucio disse: «Studiare senza riflettere è inutile. Riflettere senza studiare e pericoloso».
Confucio disse: «Il popolo può essere indotto a seguire, non a comprendere».
Confucio disse: «Quando il temperamento originario prevale sulla cultura si è rozzi; quando la cultura. prevale sul temperamento originario si è pedanti.
Quando cultura e temperamento si equilibrano allora si è persone superiori».
Il Maestro disse: «Posseggo io la conoscenza? No, certamente. Ma se una qualsiasi persona mi pone una questione, per quanto incolta essa sia, la affronto da ogni angolo sino a venirne a capo».
Confucio esclamo: «Ahimè come parli dell’ uomo superiore! Neppure una quadriglia può raggiungere e riprendere la parola uscita dal petto. Forma e cultura sono pari alla sostanza; la sostanza è pari alla forma e alla cultura. Se scuoiati, tigri e leopardi non si differenziano da cani e pecore».
Yan Yuan, con un profondo sospiro si lamento: «Guardo in alto, e mi sembra sempre più alto [il Dao]; cerco di approfondire e diviene sempre più impenetrabile; miro avanti, e improvvisamente è dietro di me. Confucio sa come guidare gli uomini, passo per passo. Mi ha aperto la mente con la cultura e mi ha regolato con i riti e le norme di comportamento. Ora, anche se volessi fermarmi non potrei; eppure, ho esaurito tutte le mie risorse, e si erge davanti a me; benché vorrei seguirlo, non mi riesce».
Se non ha umanità, a che gli serve la musica?».
Zilu commentò: «Evitare le cariche pubbliche non è corretto. Se si devono rispettare le norme che regolano i rapporti fra giovani e anziani, com’è possibile trascurare i doveri nel rapporto a suddito e sovrano? Nel desiderio di preservare la propria purezza, si sovvertirà il maggiore dei rapporti sociali. L’uomo superiore compie il proprio dovere nell’accettare una carica pubblica, pur essendo consapevole che la Via non prevale nel mondo».
Confucio disse: «Sufficienti alimenti, un esercito adeguato, e la fiducia del popolo».
Zigong chiese: «Se si dovesse rinunciare ai una di queste tre cose, quale bisognerebbe tra lasciare per prima?».
Confucio disse: «L’esercito».
Zigong chiese: «Se si dovesse rinunciare ad una di queste due cose, quale bisognerebbe tra lasciare?».
Confucio disse: «Gli alimenti. La morte è sempre stata inevitabile. Ma senza la fiducia del popolo non avrebbe su chi basarsi».