Aristotele: l'amicizia tra parenti
I rapporti di amicizia tra parenti
Ogni amicizia prende vita in una comunità. Le amicizie tra concittadini, tra membri di una stessa tribù, tra compagni di navigazione e simili, sono le più somiglianti ad amicizie fondate su una comunanza di interessi. Tra queste si potrebbe inserire anche l'amicizia tra ospiti. Si potrebbero invece escludere l'amicizia tra parenti e quella tra commilitoni.
L'amicizia tra parenti ha, manifestamente, più forme, ma è simile a quella paterna: i genitori, infatti, amano i figli perché li considerano come una parte di se stessi, e i figli amano i genitori perché gli hanno dato la vita.
I genitori, però, hanno ben presente che i figli sono stati generati da loro, mentre i figli a volte fanno finta di dimenticare il fatto che la vita è stata data loro dai genitori.
Chi genera sente di più il legame di appartenenza con chi è generato: infatti, ciò che deriva da qualcuno appartiene a colui da cui deriva (per esempio, un dente, un capello, qualunque cosa, appartengono a chi l'ha); di converso chi procrea non appartiene affatto ai figli, o gli appartiene in misura minore.
C'è un'altra differenza in termini temporali: i genitori, infatti, amano i figli appena nati, mentre questi amano i genitori consapevolmente solo quando è passato del tempo e quando hanno acquistato giudizio o sensibilità. Da queste considerazioni risulta chiaro anche per quali ragioni le madri amano di più. I genitori, dunque, amano i figli come se stessi (giacché i figli nati da loro sono come degli altri se stessi, altri per il fatto di essere separati). I figli amano i genitori perché hanno avuto origine da loro, e i fratelli si amano l'un l'altro perché hanno avuto origine dagli stessi genitori, perciò si dice "di uno stesso sangue", "di una stessa radice" e simili. Pertanto, i fratelli sono in certo qual modo una stessa cosa, benché in individui distinti. Molto, poi, contribuisce alla crescita del sentimento di amicizia sia il fatto di essere allevati insieme, sia la vicinanza d'età, giacché il coetaneo ama il coetaneo e quelli che vivono insieme diventano camerati; perciò, anche l'amicizia tra fratelli è simile a quella tra camerati. I cugini, infine, e gli altri parenti si trovano uniti da vincoli che derivano da fratelli, e ciò per il fatto che provengono dai medesimi progenitori. I cugini sono più o meno intimi a seconda che siano vicini o lontani rispetto al capostipite.
L'amicizia dei figli verso i genitori e degli uomini verso gli dèi è come un'amicizia verso un essere buono e superiore: essi, infatti, hanno dato loro i benefici più grandi, giacché sono i fautori della loro esistenza, del loro allevamento, e della loro educazione. L'amicizia tra padri e figli, poi, è più piacevole e più vantaggiosa che quella tra estranei, nella misura in cui tra i primi c'è maggiore comunanza di vita. Nell'amicizia fraterna, poi, ci sono gli stessi elementi che nell'amicizia tra camerati, soprattutto quando questi sono virtuosi e quando si assomigliano, in quanto sono più intimi e si trovano ad amarsi reciprocamente fin dalla nascita. In effetti, le abitudini di vita di quelli che provengono dai medesimi genitori sono molto simili poiché sono stati allevati insieme ed educati allo stesso modo. La resistenza dell'amicizia nel tempo è in questo caso la più decisiva e la più sicura. Tra gli altri parenti, infine, i rapporti di amicizia sono proporzionati al grado di parentela.
L'amicizia tra marito e moglie è naturale: l'uomo, infatti, è per sua natura più incline a vivere in coppia che ad associarsi politicamente, in quanto la famiglia è qualcosa di anteriore e di più necessario dello Stato. L'istinto della procreazione è innato anche negli gli animali. Ma mentre per gli altri animali la comunità ha come scopo solo quello della procreazione, gli uomini si mettono a vivere insieme non solo per generare dei figli, ma anche per provvedere alle necessità della vita. Fin dall'inizio, infatti, si dividono i compiti: quelle del marito sono diverse da quelle della moglie, quindi si aiutano l'un l'altro, ponendo in comune le specifiche qualità personali. Per questi motivi si ritiene che in tale amicizia ci siano sia l'utilità sia il piacere. Ed essa può fondarsi sulla virtù, quando gli sposi sono persone per bene: c'è infatti una virtù propria di ciascuno di loro, ed essi ne proveranno gioia mettendola in comune. Infine, i figli sono ritenuti un legame: è per questo che i coniugi senza figli si separano più rapidamente; i figli, infatti, sono un bene comune per entrambi e ciò che è comune tiene uniti.
Tratto dal libro VIII dell' Etica a Nicomaco Di Aristotele