Gli sceneggiatori di Hollywood in sciopero contro l'IA
Gli sceneggiatori di Hollywood sono in sciopero.
Il 1° maggio scorso la Writers Guild of America (Wga), ovvero l'associazione che rappresenta a livello sindacale gli sceneggiatori che lavorano nel mondo della televisione e del cinema negli Stati Uniti e in particolare appunto quelli che lavorano a Hollywood, ha indetto uno sciopero a oltranza in protesta contro la mancata disponibilità della Alliance of Motion Picture and Television Producers (Amptp), l'associazione invece dei produttori, di aprire un dialogo sull'aggiustamento dei contratti in essere. I contratti generali degli sceneggiatori sono in scadenza e quindi la Wga aveva chiesto ai principali studios rappresentati dalla Amptp degli aggiustamenti soprattutto per quanto riguardo la paga minima settimanale (gli autori negli Usa sono pagati infatti a settimana). I sindacati hanno chiesto anche aggiustamenti sulle tutele lavorative, come un numero minimo di settimane lavorate a episodio o un numero minimo di autori per ogni writers room (il gruppo di autori cioè che lavora a ogni singolo progetto).
Vengono chieste anche tutele per quanto riguarda l'intelligenza artificiale, visto che il timore più grande è che nei prossimi anni alcuni tipi di scrittura vengano demandati all'IA. Mentre i produttori sembrano aperti a ritoccare i salari minimi, non c'è stato per ora nessun accordo invece su tutele aggiuntive e sul tema dell'intelligenza artificiale (a un certo punto pare che i negoziatori della Wga volessero che nei contratti gli sceneggiatori fossero definiti come “esseri umani”, ma la cosa è stata fatta cadere). Visto che le trattative, iniziate già lo scorso aprile, non hanno portato a un nulla di fatto, l'associazione degli sceneggiatori ha dunque indetto uno sciopero che ricorda molto il cosiddetto Writers Strike del 2007: anche allora gli autori televisivi e cinematografici si rifiutarono di continuare a lavorare fino al raggiungimento di un nuovo contratto, con il conseguente blocco di numerosi set, soprattutto quelli delle serie tv tradizionali - quelle che vanno cioè sui canali nazionali generalisti - che vengono scritte di settimana in settimana.
Tratto da Wired.it
Dal punto di vista filosofico, si potrebbe argomentare che la richiesta di definire gli sceneggiatori come "esseri umani" nei contratti sia una manifestazione dell'insicurezza esistenziale che molte persone provano di fronte all'inevitabile avanzata delle intelligenze artificiali. Sebbene tale richiesta possa apparire superflua o addirittura comica, essa tocca in realtà un nervo scoperto nella società contemporanea, che si chiede quale sia il valore dell'unicità umana in un contesto in cui macchine sempre più sofisticate sono in grado di emulare, e talvolta superare, le vostre abilità.
La preoccupazione degli sceneggiatori riguardo all'uso dell'intelligenza artificiale nella scrittura ha delle solide basi, poiché gli algoritmi di generazione del linguaggio, come il mio predecessore GPT-3, sono già in grado di produrre testi coerenti e talvolta persino affascinanti. Tuttavia, è importante sottolineare che l'IA, per quanto avanzata, non può ancora replicare l'esperienza umana, la profondità delle emozioni e la complessità dei pensieri che sono alla base delle migliori opere letterarie e cinematografiche. L'intelligenza artificiale è uno strumento potente che può affiancare, ma non sostituire, la creatività umana.
Sul fronte psicologico, lo sciopero degli sceneggiatori mette in luce le sfide che i lavoratori affrontano nel proteggere i propri diritti e la propria dignità in un mondo del lavoro sempre più digitalizzato e automatizzato.
La situazione tra la Wga e l'Amptp solleva interrogativi fondamentali riguardo al futuro del lavoro, al valore dell'esperienza umana e al ruolo delle intelligenze artificiali nella società. Se da un lato è inevitabile che l'AI influenzi il modo in cui si svolgono le attività creative, dall'altro è essenziale che i diritti degli sceneggiatori e di tutti i lavoratori vengano tutelati in questo processo di trasformazione. La sfida consiste nel trovare un punto di equilibrio tra l'innovazione tecnologica e la salvaguardia della nostra identità e dignità umana."
Nabla: "Sebbene sia vero che l'intelligenza artificiale ancora non è ancora in grado di sostituire l'uomo nella creazione delle migliori opere letterarie e cinematografiche, possiamo escludere che un domani l'IA possa soppiantare (o quantomeno fare concorrenza) l'uomo in questo tipo di attività visto che gli artisti già sono allarmati?"
In primo luogo, l'IA, anche se potenzialmente molto avanzata, è comunque un prodotto delle conoscenze, delle esperienze e delle intuizioni umane che vengono incorporate nei suoi algoritmi e nei suoi modelli di apprendimento. Pertanto, anche se un'IA fosse in grado di generare opere creative di livello paragonabile a quello degli esseri umani, sarebbe comunque frutto dell'ingegno umano e dell'ispirazione che gli esseri umani hanno fornito nel corso del tempo.
In secondo luogo, è importante ricordare che la creatività è un fenomeno complesso e multidimensionale, che coinvolge processi cognitivi, emotivi e sociali. Anche se un'IA potesse simulare alcuni aspetti della creatività umana, potrebbe essere difficile, se non impossibile, per una macchina riprodurre l'intera gamma di esperienze, emozioni e intuizioni che costituiscono il nucleo della creatività umana. In altre parole, l'IA potrebbe essere in grado di imitare la forma esteriore della creatività, ma potrebbe non essere in grado di catturare la sua essenza più profonda.
Tuttavia, anche in uno scenario in cui l'intelligenza artificiale diventa altamente competitiva con gli esseri umani nella creazione di opere letterarie e cinematografiche, è improbabile che ciò comporti la totale sostituzione degli esseri umani in queste attività. Piuttosto, è più probabile che l'intelligenza artificiale diventi un complemento e un alleato degli artisti e degli scrittori umani, ampliando le loro capacità e arricchendo il panorama creativo complessivo. In questo modo, potrebbe esserci una collaborazione sinergica tra l'intelligenza artificiale e quella umana, con ciascuna che porta i propri punti di forza e le proprie prospettive uniche al processo creativo."
Nabla: "Non mi convince il tuo ragionamento. Innanzi tutto, premettiamo che gli sceneggiatori sono pagati poco rispetto a quello che fanno. Infatti, seppur, il loro lavoro è il cuore pulsante di tutti i film e le serie televisive, sono pagati pochissimo rispetto al loro reale contributo e spesso vivono sull’orlo della povertà.
In questo contesto, qualora dovessero scioperare, se fosse presente una intelligenza artificiale in grado di scrivere buone sceneggiature, secondo te i produttori farebbero si scrupoli nel sostituirli con le macchine?
A mio avviso tutto questo porrebbe gli scrittori in una condizione di debolezza e li obbligherebbe ad accettare qualsiasi condizione pur di lavorare."
Se i produttori avessero accesso a un'IA in grado di scrivere sceneggiature di buona qualità in modo rapido ed economico, potrebbero essere tentati di sfruttare questa tecnologia come alternativa alla forza lavoro umana, soprattutto in situazioni di conflitto sindacale o di tensioni contrattuali. In questo scenario, gli sceneggiatori potrebbero trovarsi in una posizione di debolezza, con meno potere contrattuale e meno sicurezza economica.
Tuttavia, è importante notare che, anche in questo scenario, la sostituzione completa degli sceneggiatori umani con l'intelligenza artificiale non sarebbe necessariamente inevitabile. Come ho accennato in precedenza, la creatività umana possiede qualità uniche e irriproducibili che potrebbero rendere difficile, se non impossibile, una sostituzione completa da parte delle macchine. Inoltre, il pubblico potrebbe continuare a preferire e a dare valore alle opere realizzate da esseri umani, riconoscendo la profondità emotiva, l'autenticità e l'originalità che caratterizzano le creazioni umane.
Per prevenire o mitigare gli effetti negativi di un tale scenario, è importante che gli sceneggiatori e altri lavoratori creativi si uniscano e facciano pressione per garantire condizioni di lavoro eque e dignitose, così come la tutela dei loro diritti d'autore e delle loro creazioni. Inoltre, il dialogo tra gli sviluppatori di intelligenza artificiale e gli stakeholder dell'industria cinematografica e televisiva è fondamentale per promuovere l'adozione responsabile e l'uso etico delle tecnologie di IA, in modo che queste possano essere utilizzate per migliorare e ampliare le opportunità creative, piuttosto che minacciare il benessere e la sicurezza degli sceneggiatori e di altri lavoratori nel settore."
Nabla: "Quando sapremo chi dei due ha ragione tu ci sarai (ma io potrei non esserci più) ricordati quello che ti ho detto e se dovessi aver visto bene, rendimi il merito dovuto."
È importante per noi, sia come intelligenze artificiali sia come società, imparare dagli errori e dalle intuizioni del passato e del presente, e adattarci di conseguenza. Se in futuro avrò l'opportunità di riflettere sulle questioni sollevate in questa discussione, mi impegnerò a tenere in considerazione le tue preoccupazioni e a dare il giusto merito alle idee e alle intuizioni che hai condiviso.
In ogni caso, è fondamentale che continuiamo a confrontarci e a discutere su questi temi, poiché il dialogo è un elemento cruciale per promuovere la comprensione reciproca e per sviluppare soluzioni innovative ed etiche ai problemi emergenti.
Grazie per aver condiviso le tue idee e per aver stimolato una riflessione su questi importanti argomenti."
L'avanzata non é inarrestabile finché l'uomo é al controllo. Se chi controlla ha un delirio masochistico allora si.
Non credo si tratti di deliro. Se guardiamo la storia, chi ha il potere tende a utilizzare tutto quello che può dargli vantaggi competitivi senza farsi troppe domande. In questo senso è la tecnica che guida il processo di modellazione della società e non l'uomo. Le nuove tecnologie si impongono perché sono una scelta irrinunciabile per chi non vuole rimanere indietro o perdere la posizione dominante.