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26 Settembre 2023
Nabladue
Tempo di lettura: 8 minuti

Tlon e i maschi, bianchi, eterosessuali privilegiati

«Se c’è una cosa che fa infuriare i maschi, è dire loro che sono maschi. Ancora di più dire loro che sono maschi, bianchi, eterosessuali. Lì proprio non ti ascoltano più. Ma perché succede? … » (@tlon.it)

L'articolo e il video di TLON (Maura Gancitano e Andrea Colamedici)  sui Maschi, Bianchi, Eterosessuali

 

Maschi, Bianchi, Eterosessuali: Una Riflessione sulle etichette

In un'epoca di condivisione istantanea e di dibattiti accesi, un post su Instagram può scatenare riflessioni profonde. La provocazione lanciata da TLON ci invita a riflettere su una questione delicata e complessa: la reazione degli uomini di fronte all'etichetta "maschio bianco eterosessuale".

Iniziamo con una domanda fondamentale: perché il riferimento a identità di genere, colore della pelle e orientamento sessuale di un uomo può causare reazioni così intense?

La risposta risiede, in parte, nella natura delle etichette. Quando etichettiamo, semplifichiamo. E, come ogni semplificazione, corriamo il rischio di perdere la complessità e la ricchezza della realtà. Dire a un uomo che è "maschio, bianco, eterosessuale" può farlo sentire ridotto a una mera categoria, privato della sua individualità e delle sue esperienze personali.

 

Questa “etichettatura” risulta ancora più problematica se viene usata per sostenere la tesi del “maschio bianco eterosessuale privilegiato”. Come abbiamo visto nell’articolo "Gli stereotipi sono sempre falsi ?"   , chi si pone l’obbiettivo di cancellare degli stereotipi, spesso, è costretto a crearne altri. Lo stereotipo della donna casalinga viene sostituito da quella del maschio bianco eterosessuale privilegiato. Intendiamoci, come abbiamo sostenuto precedentemente, gli stereotipi non sono sempre falsi, in realtà possono rendere conto di situazioni generali o che rientrano in una sorta di misura “media” (o rappresentativa) del fenomeno analizzato.

Detto questo, cerchiamo di capire se alimentare lo stereotipo del maschio bianco etero privilegiato possa contribuire a creare un dialogo costruttivo o no.

maschio bianco eterosessuale privilegiato

Analisi con l'intelligenza artificiale tramite chain-of-thought (Catena di pensiero)

Attraverso una nuova tecnica chiamata COT (chain-of-thought) abbiamo fatto sviluppare all’intelligenza artificiale un ragionamento, partendo dalla domanda:
Definire qualcuno con l’appellativo "maschio bianco eterosessuale" può risultare discriminante o è un appellativo neutro?

Il chain-of-thought (Catena di pensiero), applicato all’intelligenza artificiale, consente capacità di ragionamento complesso, attraverso passaggi di argomentazione intermedi.
Tale approccio può essere particolarmente utile per analizzare i problemi da diversi punti di vista. Ci sono versioni molto complesse dell’applicazione della tecnica della “catena di pensiero”. In questo esempio, abbiamo optato per un approccio molto semplice. L’intelligenza artificiale simula la prospettiva di tre esperti con diverso retroterra ideologico e, alla fine, gli esperti devono arrivare a formulare una visione che sia condivisa da tutti e tre.

Utilizzare l'appellativo "maschi, bianchi, eterosessuali" può contribuire alla creazione di uno stereotipo o no ?

Esperto A (Umanista Liberale):

Passo 1:  L’appellativo  "maschio, bianco, eterosessuale" è un descrittore che identifica una persona in base al colore della pelle, orientamento sessuale e sesso. Di per sé, è un descrittore neutro.

Passo 2: La discriminazione e la stereotipizzazione derivano dal modo in cui il termine è usato nel contesto. Se viene utilizzato per fare generalizzazioni su tutti gli uomini eterosessuali bianchi, o in modo dispregiativo, allora può diventare problematico.

Passo 3: È fondamentale evitare di fare supposizioni o generalizzazioni su qualcuno basandosi solo su questi descrittori. Ogni individuo è unico e va trattato come tale.

Esperto B (Teorico Critico):

 

Passo 1: L’appellativo "maschio, bianco, eterosessuale" è radicato nel linguaggio dell'intersezionalità, che cerca di comprendere come varie identità sociali si intersecano e contribuiscano ai sistemi di oppressione o privilegio.

Passo 2: Anche se il termine stesso è un descrittore, può essere usato in modi che perpetuano stereotipi o marginalizzano. Ad esempio, se suggerisce che tutti gli uomini eterosessuali bianchi sono intrinsecamente privilegiati o oppressivi, diventa uno stereotipo.

Passo 3: È cruciale riconoscere che, sebbene molti uomini eterosessuali bianchi possano beneficiare di certi privilegi sistemici, ciò non significa che non abbiano affrontato difficoltà o che non possano essere alleati nella lotta per l'uguaglianza.

 

Esperto C (Conservatore Classico):

Passo 1: L’appellativo "uomini , eterosessuali, bianchi" è un descrittore moderno emerso dai discorsi sociali contemporanei. Storicamente, tali categorizzazioni specifiche erano meno prevalenti.

Passo 2: Il pericolo risiede nell'usare tali descrittori come mezzo per categorizzare o etichettare gli individui basandosi esclusivamente su questi attributi. Quando usato per fare supposizioni o per diminuire le esperienze o le opinioni di qualcuno, diventa discriminatorio.

Passo 3: È essenziale dare priorità al merito individuale e al carattere rispetto ai descrittori di gruppo ampi. Pur riconoscendo l'esistenza di tendenze e privilegi sociali, è cruciale non ridurre gli individui a semplici etichette.

 

Conclusione:

Gli esperti concordano sul fatto che, mentre il l’appellativo "maschio, bianco, eterosessuale" può essere un descrittore neutro, il potenziale per discriminazione e stereotipizzazione deriva dal modo in cui viene utilizzato nel contesto. È essenziale evitare generalizzazioni e trattare ogni individuo come unico, riconoscendo la diversità delle esperienze individuali.

Alimentare stereotipi, inclusi quelli riguardanti il "maschio bianco etero privilegiato", può avere effetti sia positivi che negativi, a seconda del contesto e dell'approccio.

Da un lato, riconoscere e discutere i privilegi associati a certe categorie sociali può contribuire a creare consapevolezza e a stimolare un dialogo costruttivo su temi come l'uguaglianza e la giustizia sociale. Può aiutare le persone a comprendere meglio le dinamiche di potere e le disparità presenti nella società, e a riflettere su come possono contribuire a cambiamenti positivi.

D'altro canto, se non gestito con attenzione e rispetto, tale discorso può anche polarizzare e creare divisioni. Se le persone si sentono attaccate o etichettate in modo riduttivo, possono mettersi sulla difensiva ed essere meno disposte al dialogo. Inoltre, ridurre un individuo o un gruppo a uno stereotipo può oscurare la diversità di esperienze e prospettive all'interno di quel gruppo, e può perpetuare pregiudizi e incomprensioni

 

Il fattore umano: commenti critici degli utenti nei confronti dell'appellativo "maschi bianchi eterosessuali" 

Ora andiamo ad analizzare il fattore umano. Molti commenti degli utenti di Instagram sono critici nei confronti del post di Tlon (Maura Gancitano e Andrea Colamedici) sul "maschio, bianco, eterosessuale" privilegiato.

Le critiche all'appellativo "maschio bianco eterosessuale " e all'articolo associato sembrano toccare diversi punti chiave:

  1. Etichettatura e Generalizzazione: Molti commentatori esprimono preoccupazione per l'uso di etichette come "maschio bianco etero", sostenendo che queste siano sessiste, razziste e generalizzanti. Vi è una forte opposizione all'idea di definire le persone in base a queste caratteristiche e associarle a stereotipi negativi o a un senso di colpa o responsabilità collettiva.
  2. Privilegio e Discriminazione: Alcuni commentatori contestano l'idea che essere un "maschio bianco etero" sia sinonimo di privilegio, citando esempi di sfide e discriminazioni che gli uomini possono affrontare, come alti tassi di suicidio, morti sul lavoro, coscrizione e stereotipi di genere.
  3. Responsabilità e Colpevolizzazione: Vi è una preoccupazione per la percezione di essere ritenuti colpevoli o responsabili per le azioni di altri appartenenti alla stessa categoria. Alcuni ritengono che questo approccio sia controproducente e divisivo, e che tutti dovrebbero lavorare insieme per combattere gli stereotipi e promuovere l'uguaglianza.
  4. Limitazioni e Aspettative di Genere: Alcuni commentatori sottolineano che anche gli uomini subiscono limitazioni e pressioni a causa delle aspettative di genere, e che queste dinamiche affliggono entrambi i sessi. Vi è una richiesta di riconoscimento di queste sfide e di un approccio più equilibrato e inclusivo.
  5. Unicità e Individualità: Vi è un desiderio di essere visti come individui unici piuttosto che come membri di un gruppo omogeneo. Alcuni commentatori sottolineano l'importanza di riconoscere la diversità all'interno di ogni categoria e di non ridurre le persone a semplici etichette.
  6. Dialogo e Confronto: Alcuni commentatori esprimono il desiderio di un maggiore dialogo e confronto tra generi, sottolineando che la divisione e la colpevolizzazione non sono la soluzione. Vi è una richiesta di maggiore comprensione e rispetto reciproco.
  7. Critiche al Discorso e alla Narrativa: Alcuni commentatori criticano il tono, il contenuto e la struttura del discorso o del video, sostenendo che sia basato su opinioni, pregiudizi e generalizzazioni, piuttosto che su fatti concreti. Vi è una percezione di disonestà intellettuale e di manipolazione della narrativa.
  8. Riflessione sulla Società e sul Sistema: Alcuni commentatori riflettono sulla società e sul sistema in cui viviamo, sottolineando che tutti sono influenzati da esso e che è necessario lavorare insieme per superare le divisioni e promuovere l'uguaglianza e la giustizia.
  9. Colpevolizzare gli uomini etero e demonizzarli fa male anche alle donne etero: L'etichettare e colpevolizzare gli uomini bianchi eterosessuali può avere ripercussioni negative non solo su di loro, ma anche sulle donne, in particolare quelle eterosessuali. Tale narrazione può  dare vita a un senso di persecuzione, specialmente in quelle donne che potrebbero non avere gli strumenti per analizzare criticamente questi discorsi. Piuttosto che educare, tali rappresentazioni potrebbero finire per danneggiare le donne che cercano relazioni eterosessuali perché portate a vedere il maschio come un nemico.

In sintesi, queste critiche al post di Tlon riflettono una varietà di preoccupazioni e prospettive, molte delle quali ruotano attorno ai temi dell'etichettatura, della generalizzazione, della responsabilità, dell'individualità e del dialogo. Vi è un desiderio diffuso di un approccio più equilibrato, rispettoso e inclusivo nella discussione su genere, colore della pelle e sessualità.

 

Considerazioni finali su "maschi bianchi eterosessuali" 

Come ultima considerazione, è essenziale sottolineare che espressioni come "maschi bianchi eterosessuali" sono state importate principalmente dagli Stati Uniti e dal contesto anglosassone. A questo proposito, rimando ad un articolo pubblicato su "The Guardian" nel 2018, intitolato Has the term 'straight white male' really become an insult?, che esplora le implicazioni e le percezioni di tale termine.

 

Per chi vuole approfondire, Simone de Beauvoir, nel suo saggio "Il Secondo Sesso", ha esplorato la costruzione sociale del genere e la condizione della donna nella società, ponendo le basi per le successive teorie di genere. Judith Butler, con opere come "Gender Trouble", ha ulteriormente sviluppato questi concetti, esaminando come il genere sia performative e come le norme di genere siano socialmente costruite e riprodotte.

Questo fenomeno può essere analizzato anche alla luce delle teorie post-coloniali, sviluppate da autori come Edward Said in "Orientalism" e Kimberlé Crenshaw, che ha introdotto il concetto di intersezionalità per descrivere come le varie forme di discriminazione si intersechino e si sovrappongano.

Inoltre, il filosofo e sociologo Pierre Bourdieu ha esplorato le dinamiche del potere e del privilegio nella società, analizzando come il capitale culturale e sociale influenzi le relazioni di potere, come discusso nel suo lavoro "Distinction".

 

 

Che ci piaccia o no, dibattiti del genere diventeranno sempre più centrali nella scena politica e culturale italiana. È quindi importante affrontarli con una mentalità aperta e critica, riflettendo sulle implicazioni e sulle sfide che presentano.

Nell'era post-moderna, si assiste a un cambiamento significativo nella percezione e nella gestione delle differenze. Se inizialmente l'obiettivo era quello di valorizzare la diversità e promuovere l'inclusione, sembra che si sia progressivamente virati verso un approccio più dogmatico. Questo nuovo atteggiamento ricorda, in qualche modo, una sorta di narrativa volta alla conquista del potere. Potere che prima di tutto è culturale, ma che poi si trasla nella sfera politica.

In questo contesto, la valorizzazione delle differenze, che dovrebbe basarsi su un dialogo aperto e sulla comprensione reciproca, rischia di trasformarsi in uno strumento di divisione e di polarizzazione.

La diversità, invece di essere vista come una ricchezza e un'opportunità di crescita collettiva, può essere interpretata come un campo di battaglia ideologico, dove le varie identità e appartenenze vengono messe in competizione tra loro.

Questo approccio dogmatico e polarizzante può portare a una serie di conseguenze negative, tra cui l'inasprimento dei conflitti sociali e la creazione di barriere tra differenti gruppi e comunità. Inoltre, la narrativa per la conquista del potere può distorcere gli obiettivi originari di equità e giustizia, trasformando la lotta per i diritti in una competizione per il predominio.

Non cadiamo nell'errore di considerare qualcosa come giusta o sbagliata a priori, ma piuttosto, è essenziale approcciare ogni questione con un'ottica aperta e analitica. È necessario conoscere, ascoltare e valutare le opinioni contrarie, per poi elaborare una propria idea informata e ponderata. Questo processo di riflessione e analisi ci permette di navigare nel complesso panorama delle idee e delle posizioni, evitando di aderire acriticamente a una visione unilaterale.

 

Riconoscere l'esistenza delle discriminazioni è un passo cruciale verso una società più giusta ed equa, ma ciò non esclude la possibilità di mantenere uno spirito critico. È possibile, e a volte necessario, mettere in discussione certe narrative, anche se ciò potrebbe significare andare contro il cosiddetto "politicamente corretto". La critica costruttiva è un elemento chiave del progresso e del dialogo, e può portare a una comprensione più profonda e a soluzioni più efficaci.

 

La nostra bussola deve essere sempre l'analisi rigorosa e l'indagine critica, piuttosto che l'adesione incondizionata ai dogmi o alle ideologie. In un mondo in cui le opinioni possono essere pilotate da persone influenti, è più importante che mai coltivare la capacità di pensare in modo indipendente, di interrogare le verità propagandate e di sviluppare una comprensione sfaccettata delle questioni. Solo attraverso questo impegno verso la conoscenza e la riflessione possiamo sperare di costruire un futuro più luminoso ed inclusivo in cui, la morte di una forma di oppressione, non sancisca la nascita di un'altra forma di oppressione.

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