Carpe diem, sed tempus fugit…

Vivere con consapevolezza significa vivere nel momento presente. Si è sempre consci di ciò che accade dentro di noi e attorno a noi. Si è in contatto immediato con la vita” (Siddhartha Gautama – il Buddha)

Non c’è alcun dubbio che la capacità di saper vivere il presente è fondamentale. Talvolta, ci dimentichiamo di vivere il presente: preferiamo guardare il passato o ci proiettiamo verso il futuro. Purtroppo, proprio ciò che varrebbe la pena vivere non esiste. Infatti, il presente non esiste. Anche tu che leggi te ne stai rendendo conto. Nella tua mente c’è la parte che hai appena letto. Ed ora è già passata… E anche questa che hai letto… E ancora… é scivolata via, così come l’attimo: carpe diem, sed tempus fugit. Per di più sicuramente sarai già proiettato/a verso il futuro, e ti starai chiedendo cosa altro ci sarà scritto in questo strano pezzo. La risposta è che siamo sempre tra passato e futuro. Il presente è solamente un’approssimazione della fisica moderna, una sorta di media tra passato e futuro.
Immaginiamo che ci sia un uomo il quale può andare solo in avanti, con lo stesso passo, senza mai fermarsi. Potremo sapere precisamente da dove è partito l’uomo? Sì, è sufficiente prendere la sua posizione prima che inizi a muoversi. Potremo dire dove arriverà? È sufficiente farsi dare le coordinate geografiche del punto di arrivo. Ma se vogliamo sapere dove l’uomo si trova in questo preciso istante, iniziano i problemi. In effetti, nel momento presente egli si sta muovendo e la sua posizione non può essere determinata. Ogni volta che darà una posizione, l’uomo si troverà un pochino avanti rispetto ad essa, e non potremo chiedergli di fermarsi. Quindi, non saremo mai in grado di dire che l’uomo si trova nel punto x. In realtà, quando lo diciamo, egli si troverà già nel punto x + qualcosa. Possiamo tentare di fotografarlo mentre si muove; ma, anche in quel caso, la posizione in cui l’uomo viene ritratto sarà sempre diversa da quella in cui si trovava quando avevamo deciso di fargli la fotografia. La sua posizione, la sua espressione e perfino la luce, saranno diverse. Proprio quell’uomo è il tempo che vorremmo fermare. Le parole sono la nostra fotografia. Lo stesso vale per i pensieri. Il tempo è come un fiume che scorre. E noi siamo sopra quel fiume; la nostra coscienza è sopra quel fiume e non potrà mai guardare il fiume da fuori. Essa è parte del movimento del fiume, non lo può fermare. Non può vivere senza il movimento, senza tempo. Può sapere da dove viene, dove va, ma non può sapere dove è in questo istante. Insomma, nell’istante non è in nessun posto particolare, si sta muovendo.

Proviamo a parlare del presente. Ma ormai non è più presente. E neanche questo. Il presente non esiste, perché non esiste l’attimo, infatti l’attimo è solo un concetto limite. Per questo motivo, il tempo passa così in fretta e, spesso, non ce ne rendiamo neanche conto. Non possiamo fermare il tempo, però possiamo rallentarlo. Nello yoga, la meditazione serve a controllare e rallentare il flusso dei pensieri, in modo da frenare perlomeno il tempo psicologico. L’apparente unità dell’Io è in realtà costituita da un flusso di pensieri inarrestabili, così che la nostra coscienza non è affatto solida ed unitaria. Siamo in balia di un susseguirsi di pensieri scorrelati ed indomabili che consumano le nostre energie ed accelerano lo scorrere del tempo. Per tale motivo, siamo dispersi, poco concentrati, cambiamo spesso umore e atteggiamenti, senza una reale motivazione. Invece, rallentando il flusso dei pensieri, diventiamo stabili, presenti, concentrati; ed il tempo, seppur passa ugualmente, è meno travolgente. Se un fiume scorre lentamente porta via con sé meno acqua di quello che scorre impetuoso verso la foce. Questo fiume è il tempo interno, non dovremmo consumarlo troppo rapidamente. Se ci lasciamo travolgere dal tempo psicologico, la vita diventa un insieme di momenti in cui non siamo presenti.

e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e ‘l suon di lei. Così tra questa
Infinità s’annega il pensier mio:
E ‘l naufragar m’è dolce in questo mare.
(Giacomo Leopardi)

10 Comments

  1. jennyf 9 Gennaio 2009
  2. nevara 11 Gennaio 2009
  3. CosmicDance 12 Gennaio 2009
  4. nabladue 12 Gennaio 2009
  5. mailameini 16 Gennaio 2009
  6. nabladue 16 Gennaio 2009
  7. vera 21 Giugno 2009
  8. nabladue 22 Giugno 2009
  9. vittoria 9 Ottobre 2009
  10. martina 13 Aprile 2011

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