Il rosso e il nero Stendhal
Ho esitato un po' prima di immergermi nella lettura de il Rosso e il Nero di Stendhal, in quanto mi ero imbattuto in recensioni contrastanti. Poi ho incontrato il recensore Friedrich Nietzsche che mi ha convinto con una sola frase:
Che vicende narra il Il rosso e il nero di Stendhal
"Il rosso e il nero" è un vibrante dipinto della Francia del 1830, un ritratto storico impreziosito dal racconto della vita di Julien Sorel, un giovane ambizioso di umili origini.
Credo che Nietzsche non solo sia rimasto incantato dall'opera letteraria di Stendhal, ma che quest'ultimo abbia, in un certo modo, influenzato la sua filosofia. Elementi quali l’oltreuomo, la morte di Dio, e l’antagonismo tra l’energia vitale dell’eros (dionisiaco) e la disciplina spirituale (apollineo) sembrano prefigurare il pensiero nietzscheano e sono prodromi che si possono intravedere nel romanzo.
La descrizione del carattere dei protagonisti si sviluppa assieme allo svolgimento delle vicende. Nietzsche, che si considerava una sorta di psicologo, ha senza dubbio apprezzato che i personaggi sono stati caratterizzati minuziosamente anche dal punto di vista psicologico.
Stendhal ha data una raffigurazione dettagliata della psiche dei personaggi: l’anima, la mente e i pensieri dei protagonisti sono sondati in profondità, durante tutto lo svolgimento delle vicende.
Non aspettativi però, da parte di Stendhal, una trattazione strutturata e rigorosa, quanto piuttosto un lavoro su una materia informe e caotica. Il caos è uno dei protagonisti del romanzo, ma, paradossalmente, questo caos aiuta il lettore a fare chiarezza e a mettere ordine nelle proprie idee. Il rosso e il nero è una porta che si apre e conduce chi legge verso l’interpretazione e la comprensione dell’epoca in cui è ambientata la vicenda e, per estensione, del mondo contemporaneo.
Stendhal insegna attraverso la storia e la rivoluzione francese
La storia diventa una maestra di vita, non quando viene concepita come un insieme sterminato e asettico di dati ed eventi, ma piuttosto quando un grande romanziere ci permette di vedere e di vivere gli avvenimenti in maniera estremamente realistica. L'autore descrive il particolare per farci cogliere l'universale. Stendhal diventa, in questo senso, una sorta di guida. Egli riesce a trasmetterci quello che ha vissuto sulla propria pelle assistendo alle trasformazioni epocali della Francia che si prepara alla Rivoluzione, un evento che cambierà per sempre la storia dell’Europa e del mondo intero. Lo scrittore ci fa comprendere l’impatto sulla società e sugli individui di questa profonda e dolorosa metamorfosi.
Il romanzo dei conflitti dicotomici
La trasformazione portata dalla rivoluzione provoca scontro, contrapposizione, morte e rinascita. Il rosso e il nero è il romanzo dei conflitti dicotomici:
la passione lotta con il calcolo, la vecchia aristocrazia e il clero si battono con la nascente borghesia arricchita che, a loro volta, si scontrano con gli ideali napoleonici. I gesuiti, simbolo di una religione diventata subalterna alla materia e agli interessi materiali, guerreggiano con i giansenisti che si indentificano con la spiritualità religiosa e con il rigore morale. La noia combatte con l’avventura e il capriccio, la serenità con l’arrivismo che sua volta compete con gli ideali di onestà e giustizia. La letteratura sfida il pragmatismo. Il volgare amore per il denaro rivaleggia con gli ideali utopistici.
È uno di qui libri che si fanno amare dalla prima all’ultima pagina e posso tranquillamente affermare con Nietzsche che