Il cammino verso la saggezza
In quel pomeriggio autunnale
Due amici avevano deciso di fermarsi per riposare in una radura, circondata da alberi secolari che si ergevano maestosi verso il cielo. Era un luogo magico, pervaso da una pace e una serenità che sembravano sospese nel tempo, lontane dalle frenesie della loro città. I due amici decisero di sedersi sull’erba. Era ormai quasi sera, e il sole stava per calare all'orizzonte, quando Marco sospirò, mentre il tramonto tingeva d'oro la campagna attorno a loro.
La perplessità di Marco
"Ho letto il Vangelo e ho ammirato i gesti di Socrate: nobili idee e nobili azioni, ma così distanti dall'essere umano. I maestri spirituali presuppongono che la morale coincida con la conoscenza; se so che qualcosa è sbagliata, non la farò. Ma l'uomo è più complesso. Abbiamo un corpo da nutrire, vizi e passioni da soddisfare. Siamo imperfetti".
Nabla annuì, il viso riflesso dal fuoco del crepuscolo. "Capisco la tua perplessità, amico mio. Anche io ho riflettuto su queste stesse questioni. Gesù era Dio fatto uomo; Socrate, San Francesco e Buddha erano illuminati dalla luce divina. Le loro opere rimarranno eterne, mentre noi siamo comuni mortali, in bilico tra le tentazioni terrene e l'aspirazione a qualcosa di più grande".
Marco scosse la testa. "Allora il messaggio dei maestri spirituali è solo un sogno o un rifugio per chi non ha nulla?".
Nabla sorrise. "È un rifugio per chi soffre, ma anche per chi non vuole far soffrire. Tuttavia, se non potremo mai mettere in pratica ciò che ci chiedono, non sarebbe meglio seguire una filosofia più alla nostra portata?".
La storia dell'asino e della carota
Nabla prese una pausa, poi con voce calma e profonda disse: "Voglio raccontarti una storia. Conosci quella dell'asino e della carota?".
Marco annuì, ma chiese incuriosito: “che attinenza ha con quello di cui stiamo parlando?”
Nabla continuò: "Gli asini sono notoriamente cocciuti, pigri e presuntuosi. Il contadino, per spronarli a muoversi, lega alla loro testa un bastone con una carota appesa a un filo, facendola penzolare davanti a loro, irraggiungibile. Gli asini, vedendo la carota, si mettono in cammino cercando di afferrarla. Non la raggiungeranno mai, ma questa illusione li spinge avanti,
Non la raggiungeranno mai, ma questa illusione li spinge avanti, li fa progredire".
"Il messaggio di Gesù è la nostra carota", concluse Marco, con un cenno di comprensione.
Nabla sorrise. "Possiamo tendere a Gesù e, anche se non lo raggiungeremo mai, non dobbiamo abbandonare la ricerca. L'uomo, pur essendo cocciuto come un asino, ha qualcosa in più: il libero arbitrio. Noi siamo i contadini di noi stessi e possiamo scegliere se seguire la carota o fermarci nel primo paese che incontriamo per godere dei piaceri terreni".
Marco rifletté per un momento, poi chiese: "Perché, se abbiamo il caviale, dovremmo accontentarci di seguire la carota?".
Il libero arbitrio e la crescita spirituale
Nabla rispose con serenità: "Per muoverci, avanzare e progredire. La vita è un percorso di elevazione spirituale: puoi scegliere se rimanere nella vallata o salire sulla montagna; se fermarti a metà o cercare di raggiungere la vetta. La crescita spirituale arricchisce questa vita e non bisogna aggiungere altro. L'importante è vivere ogni esperienza senza dimenticare che la vera ricchezza è quella dell'anima, e che la vera crescita è quella interiore".
Marco annuì, ma la sua espressione rimaneva dubitativa. "Se mi dedicassi interamente alla ricerca di beni materiali, la crescita spirituale sarebbe difficile, giusto?".
Nabla assentì. "È vero, ma è anche vero che se fossi privo di beni materiali, potresti essere costretto a rubare per sfamare la tua famiglia. Anche i beni materiali sono indispensabili per la nostra vita. Il problema è non diventarne schiavi. Dobbiamo dominarli e non lasciare che ci dominino".
Le loro voci si fondevano con il canto delle cicale mentre il crepuscolo si tramutava in notte stellata. Marco rifletté sulle parole di Nabla, cercando di far luce sui suoi dubbi.
"Allora qual è la strada da seguire?", chiese infine.
Nabla guardò le stelle e sorrise. "È quella della giusta misura, quella che è adatta a te. Dovresti cercare di spingerti oltre, ma allo stesso tempo capire fino a che punto puoi farlo. Non è necessario diventare un asceta, ma bisogna trovare un equilibrio tra i piaceri terreni e la ricerca della virtù e della crescita interiore. Lottare contro sé stessi è una sfida quotidiana".
Un sorriso malizioso si dipinse sul volto di Marco. "Per un attimo," disse, "hai quasi fatto credere che desiderassi prendere i voti e diventare un asceta."
Nabla rise di gusto. "No, almeno non ora: sono ancora giovane! Ricorda le parole di Sant'Agostino: 'Signore, rendimi casto, ma non subito'."
Marco ghignò. "Sant'Agostino, però, mi sembra eccessivo per te. Ti vedo più come Oscar Wilde: 'Posso resistere a tutto, tranne che alle tentazioni.'"
Nabla sorrise compiaciuto. "Grazie per la fiducia, amico! Allora ti rispondo con un'altra citazione di Wilde: 'L'unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi.'"
Marco inclinò la testa, curioso. "Va bene, bella risposta. Ma spiegami, perché mai dovremmo resistere ai piaceri del corpo? Qual è il senso?"
Nabla abbassò lo sguardo, riflettendo. "Nessuno, in realtà. Dipende solo da te decidere se vuoi essere più carnale o più spirituale. Facciamo un esempio: perché non dovresti condividere il letto con tutte le donne che incontri?"
Marco alzò le sopracciglia. "Perché non tutte lo desiderano."
Nabla scosse la testa. "Questo approccio mi sembra un po' riduttivo. Voglio dire, se ti concentri esclusivamente sul loro aspetto esteriore, non riuscirai mai a penetrare nella loro interiorità, a toccare la loro anima."
Marco sollevò le mani. "Ma devo davvero scegliere tra anima e corpo?"
Nabla sorrise dolcemente. "No, l'amore è l'unica forza che può soddisfare entrambi."
"Eppure," disse Marco, "mi affascina anche la passione, quella che ti travolge, quella che inizia al mattino e si conclude la sera."
Nabla annuì. "Vivila, ma non dimenticare di cercare anche l'anima."
Cercare ciò che non si conosce
Il volto di Marco si fece serio. "Il fatto è: come posso cercare ciò che non conosco?"
Nabla lo guardò negli occhi. "Ciò che conta non è trovare, ma cercare. Chi si pone una domanda è sicuramente più vicino alla risposta di chi non se la pone affatto."
"Sì," disse Marco, "ma se non so cosa devo cercare."
Nabla gli sorrise con calore. "Non importa, tu cerca."
Marco scosse la testa. "Io non ti capisco."
Nabla rise lievemente. "Almeno ti ho disorientato un po' con questo discorso?"
Marco alzò gli occhi al cielo. "Più di un po', direi."
La via verso la saggezza
E così, sotto il manto di stelle, Marco e Nabla continuarono a conversare nella notte, esplorando i misteri della vita. La loro amicizia si rafforzava mentre, tra risate e riflessioni profonde, cercavano di orientarsi nel labirinto della conoscenza e di scoprire il significato delle loro esistenze.
Con il passare delle ore, le ombre della notte si allungavano e la pallida luce crepitante della luna illuminava i loro volti, disegnando chiaroscuri sulle tracce del tempo e delle esperienze vissute. La loro ricerca di saggezza e di verità li guidava attraverso i sentieri della storia e della filosofia, e con ogni parola, con ogni pensiero, si avvicinavano sempre più alla comprensione di se stessi e del mondo che li circondava.
Era come se, attraverso il dialogo e l'amicizia, fossero riusciti a trascendere i limiti del tempo e dello spazio, a toccare il cuore stesso della vita e a cogliere un frammento della sua essenza. Quella notte, al confine tra il crepuscolo e l'alba, Marco e Nabla compresero che il cammino verso la saggezza non è una meta da raggiungere, ma piuttosto un percorso da intraprendere con coraggio e curiosità, passo dopo passo, insieme.
Bisogna essere d'accordo sul fatto che soddisfazione del corpo e nutrimento spirituale siano due elementi diversi.tanto, tanto spesso la soddisfazione spirituale passa attraverso quella fisica. Il problema è poi trovare la giusta via di mezzo. Sono giusta, sono pura; aspiro al bene, il mio corpo è un tempio. Ci sono periodi in cui mi sento così, in genere quando sono single. Scherzi a parte, penso conti il fattore età; mio padre è stato un gran dongiovanni e amava gozzovigliare, ora conduce una vita spartana, virtuosa, è incorruttibile. Spesso lo vedo assorto, pensieroso. Quando gli chiedo "cosa c'è?" mi sorride e mi mette la mano sulla spalla. Io credo che la saggezza si consolidi nel tempo tramite la conoscenza delle cose, anche delle grandi passioni. Questo se si cerca di capire il senso di quello che accade. Vedo molte persone uscire tutte le sere, passare da un divertimento all'altro; io non riesco a tenere un ritmo del genere. Se io so che nell'arco di una settimana parteciperò ad un avvenimento, inizio a pensarci nei giorni che lo precedono, poi vi partecipo e infine tutte le cose che ho visto, sentito, tutte le impressioni che ho ricavato, costituiscono materiale di cui parlare e su cui riflettere anche per parecchi giorni successivi. Cerco di trovare il senso delle cose, le confronto, le collego. Troppi piaceri e divertimenti invece mi stordiscono e mi innervosisco se non ho il tempo di elaborare una serata, una telefonata, una qualunque esperienza. Come quando termini un libro, serve un certo tempo prima di iniziarne subito uno nuovo. Dopo l'ultima pagina mi fermo per un po', magari distesa sul letto. E' poco chiaro il mio messaggio? Ho scritto alla rinfusa. Buona giornata Nabla, Bea
Poco chiaro? Mi è successo raramente di ritrovarmi così tanto nelle parole di qualcuno.
Buona giornata anche a te Bea.
Nabla, hai fascino così confuso...Tanti concetti, anche profondi , lanciati come sassi in uno stagno, per far pensare...non sono filosofa, non cerco di essere come Gesù, e la mia anima forse la troverò all'inferno, come direbbe Oscar Wilde: del paradiso preferisco il clima , dell'inferno la compagnia! Laggiù, tra i tanti che avranno ceduto alle tentazioni ci sarà un'anima a fare buona compagnia anche a me! Baci Nablito!
Miranda
Caro amico, siamo bipolari oggi, neh?
un salutone nabla!
Ben detto Nabla! Buona giornata, Elisa.
E per tornar seri.
Capisco il punto sull'anima e il corpo fusi in un calibro da equilibristi.
Non credo che si possa ottenere con impegno ed applicazione. Ti ci trovi, tutto qui.
...nablito il tuo post mi riconcilia con una frase letta oggi che fa da sottofondo alla mia giornata:
"L'utopia è come l' orizzonte:
cammino due passi,
si allontana di due passi.
Cammino dieci passi,
si allontana di dieci passi.
L' orizzonte è irraggiungibile.
E allora, a cosa serve l' utopia?
A questo:
serve per continuare a camminare."(Eduardo Galeano)
...mi era venuto in mente il predecessore dell' "homo" preistorico che un giorno decide di non poggiare le "mani" a terra per provare a camminare su due "zampe"...chissà quale utopia avesse in mente...quale orizzonte inseguisse...ma di strada ne ha fatta...e oggi ci "spostiamo in aereo"!
...auguro a tutti di camminare verso un orizzonte e di seguire una carota (...sempre meglio che essere inseguiti da una carota).
...è un piacere leggerti, continua così!!
RustyTheDog
Ho letto con piacere il tuo dialogo. Mi fa pensare, mi fa riflettere ... mi induce a ricercare e a valutare la qualità del viaggio della mia vita!
Mi è sempre piaciuto pensare che tutta la nostra vita sia La ricerca di un equilibrio "instabile" inteso in senso fisico (la sfera sulla collina ... il classico esempio di equilibrio instabile). L'instabilità e la dinamicità di questo equilibrio è proprio l'essenza stessa della vita. Dall'alto della collina in equilibrio instabile si gode un miglior panorama rispetto all'equilibrio stabile (sempre in senso fisico ...) del fondo di una buca!
Miranda come hai detto io ho lanciato il sasso, poi…
L’inferno è affascinante come la tentazione, però ci possiamo stare tutti: non a caso Dante parte da lì.
La cosa difficile è arrivare in Paradiso.
Spora: almeno per me è l’impegno più grande e ci vuole l’animo predisposto.
Rusty: questo nome mi ricorda qualcosa…
Ste, noi continuiamo ad inseguire le Utopie, perchè per dirla con le parole di Platone:
Non è il vivere da tenersi in massimo conto, ma il vivere bene…
E il vivere bene è lo stesso che vivere con virtù e con giustizia.
Poi se non ci riusciremo, almeno abbiamo tentato.
Carogizzy: Mi piace questa metafora, io aggiungerei anche che la sfera può saltare da una collina ad un'altra più alta, e più larga, sempre rischiando di cadere giù, ma nello stesso tempo acquisendo una maggiore stabilità, nonostante la forza che la spinge verso il basso sia maggiore…
Bellissimo questo scontro/incontro tra anima e corpo...meraviglioso il fatto che entrambi trovino unico connubio nell'amore...Amore quale unica Via...!
Non credo sia facile vivere nel quotidiano una forma di ascetismo, di alcun tipo essa sia.
Per crescere ed elevarsi intellettualmente occorre necessariamente vivere la propria vita, arricchendola di Ragionamenti, Credo e Valori che soltanto la vita stessa, se assaporata e veramente Vissuta, può insegnarci e indicarci...
Non sarò mai ricca di denari e di ciò che questi possono acquistare, ma sto cercando di vivere una vita da ricchi, raccogliendo nel mio quotidiano cammino fotografie di luoghi, pensieri e momenti...per tentare di farli miei. Sto cercando inoltre di apprendere il più possibile dalle persone che mi circondano, attraverso i loro caratteri, stili e modi di vivere. Osservo ed apprendo da esperienze di vita diverse dalla mia.
Solo così sarò in grado di elevarmi, solo grazie al confronto/incontro di ogni singolo momento vissuto ed essere vivente...potrò provare a farlo!
Questo è l'ascetismo più sensato per me! I gesuiti ad esempio, contrariamente ai Liberospirituali, vivevano la loro ascesi in vita e rendevano omaggio al creato ed al creatore sviluppando e sponsorizzando arte, scienza e cultura...
Niente più di questo sviluppare e donare è elevarsi...
...ed inoltre è anche aiutare il prossimo a farlo!
Io una volta raccontai una storia sul'equilibrio dove in cima alla collina c'era un uovo...sono d'accordo con caroziggy, l'equilibrio è un concetto vicino all'instabilità, non alla stabilità...ancora una volta mi pare che il problema sia trovare il proprio posto nel mondo, uscire sereni dal confronto tra se' e il mondo circostante; non c'è una ricetta giusta, non c'è la verità, c'è il proprio benessere che non è ne' giusto ne' sbagliato. Se stai bene uscendo tutte le sere, se da questo trai forza e giovamento, ben venga, se invece come Bea preferisci lasciar sedimentare ben venga lo stesso, purché sia la tua scelta, e non la scelta di qualcun altro. I grandi saggi non davano insegnamenti lontani dall'uomo,Socrate e Cristo che citi furono prima di tutto uomini anche nel senso fisico, ma cercavano di dare una misura, la misura della propria ignoranza predicava Socrate, la misura del rispetto per gli altri predicava Gesù. Con questi due metri in mano bisogna andare in giro per il mondo e misurarsi con esso, nei modi e nelle forme che più si conciliano al nostro benessere e nel rispetto del mondo stesso.
Saluti
francesco
PS ma la serena che leggo qui è la 'mia' serena?
PPS secondo me nabla dovresti smetterla di frequentare certi concerti di musica 'elettromeccanica'...ti confondono...
Il cattolicesimo parla di tentazioni perché concepisce l'universo come una creazione buona decaduta a causa di un male nato dall'esercizio del libero arbitrio. Per un cataro invece, essendo il corpo un prodotto di Satana, non ha alcun senso la mortificazione, perché sarebbe assurdo castigare qualcosa di irrimediabilmente malvagio. L'ascetismo assume così un diverso significato: quello di distacco dalla biologia. Maestro è colui che insegna come evadere.
Ciò che mi è più estraneo su questo pianeta è di certo quel pensiero monista che nega alla radice l'esistenza del Male. Mi creano disagio certe filosofie pseudo-orientali da supermarket del misticismo o da psicologia allucinogena, in cui si promuove un'assurda identificazione dell'essere umano con il Cosmo.
Francesco: “non c’è una ricetta giusta, non c’è la verità” Sto preparando qualcosa in proposito di questa convinzione, che va tanto di moda oggi, che non ci sia una Verità: un Relativismo che rischia di sfociare in un completa mancanza di Valori.
Per ora ti chiedo:
Dove è il limite di questa assenza di verità? A questo punto che “non si dovrebbe uccidere” non è più una verità? Se per me è la ricetta giusta sbarazzarmi di qualcuno quando mi da fastidio, perché la mia verità dovrebbe valere meno della tua?
“Se stai bene uscendo tutte le sere, se da questo trai forza e giovamento, ben venga,”
Cosa vuoi ottenere? Perché esci tutte le sere? Qual è la spinta che ti porta a farlo?
Non so se ho capito male ma, mi sembra, che Bea intendesse dire di dare importanza a quello che si fa, viverlo veramente, e che uscire tutte le sere comporta inevitabilmente di tralasciare qualcos’altro.
Anche qui: “Socrate e Cristo che citi furono prima di tutto uomini” attenzione!
Furono uomini, proprio per staccarsi dall’essere uomo.
P.S.
Più che altro fanno venire il mal di testa quei concerti….
Serena : Molto bello questo passaggio, dall’amore come Unica via, a quello che secondo me dovrebbe essere un recupero dei Valori che la nostra società sta inesorabilmente perdendo.
Antares anche tu sei alla ricerca di 1 Verità?
E stavolta concordiamo anche su una cosa: che non va negata la radice di esistenza del Male.
Ciao
"Dobbiamo spingerci ma capire fino a che punto spingerci".. secondo me è questa la chiave di lettura del tuo post e di ciò che vuoi comunicare ..
Soddisfare le nostre necessità ma con equilibrio senza eccedere sia ciò che vuole il corpo sia ciò che vuole il nostro spirito.
Io credo anche che bisogna sempre andare alla ricerca interiore per quello che riguarda lo spirito..lì la nostra coscienza ci parla ..asc oltandola sapremo come meglio nutrire il nostro spirito..
Purtroppo oggi non siamo noi a nutrire il nostro corpo e la nostra anima ci facciamo condizionare da fattori esterni da un vociare e gridare che ci confonde ..ritroviamo il silenzio solo lì sapremo come vivere al meglio la nostra vita..
Un abbracio nabla..
Hai interpretato bene quello che volevo dire.
Bea
Non passo solo, con calma.
Resto, allo stesso modo.
E' stato un piacevole incontro.
Ale
Bea ho letto molte volte quello che hai scritto, ti ho detto mi ci sono ritrovato molto.
Anche quello stare soli sul letto, nel silenzio, rimanere solo con i propri pensieri...
Cercare momenti di calma in una vita frenetica, cercare di assaporarla, di sentirla di rendersi conto di ciò che succede intorno a noi…
Trovare il giusto equilibrio tra piacere e conoscenza, tra divertimento ed equilibrio interiore…
Lasciarsi modellare dal tempo, dalle passioni, dalle esperienze…
Ciao
Ale grazie per il passaggio ciao
minidoll74: condivido in pieno quello che dici. Secondo me è proprio quel rumore di fondo che non ci fa sentire quali siano le nostre vere necessità e ci costringe ad inseguire cose che magari a noi non interessano veramente.
Ciao
sarà che ho fatto tardi questa sera e forse sarò un po fuori tema, o forse no:
- divertito: "la vita è una merda e poi si muore"
- serioso: "gli organi complessi vivono ai margini del caos"
- realista: "vado a sciacquarmi il viso e cerco di capirmi"
g
In questo post e nell'ultimo mi hai fatto venire in mente parole inglesi che lessi molto tempo fa:
"There are those
to whom knowledge
is a shield,
and those to whom
it is a weapon.
Neither view is balanced
but one is less unwise."
Nessuna pretesa di giudizio, ci vedo solo un'analogia con le tue parole.
E mi ha fatto ridere di gusto, per simpatia, quella parte di dialogo che dice:
"(...)Ti faccio un esempio: perché non andare a letto con tutte le donne che incontri?»
«Perché, non tutte ci stanno».
«Ho capito, esempio sbagliato»."
bellissimo! 😀
Ciao, stammi bene!
A presto! (son stato via un pò, 'nnaggia)
Vuol dire che non c'è una ricetta che va bene a tutti e vuol dire che bisogna essere tolleranti, profondamente tolleranti e non solo a parole.E questo non vuol dire non avere valori, e per questo parlo di rispetto del mondo,semplicemente che i valori si possono avere e manifestare in tante forme tutte ugualmente degne; la tua domanda sullo sbarazzarsi dei nemici oltre ad essere retorica è quindi capziosa. Che vuol dire "cosa speri di ottenere?" Questa domanda denota un disprezzo intrinseco per chi esce. Cos'è? invidia? senso di anadeguatezza? cosa? Di sicuro la ricetta giusta non è ritenersi migliori perché si esce di meno o perché si parla di filosofia invece che di pallone.Io passo periodi in cui esco sempre e periodi in cui non esco mai, e sarò presuntuoso ma mi godo entrambe le situazioni. Vuol dire che ci vuole anche un po' di leggerezza, che la vita è anche disimpegno. In Cristo e Socrate non c'è ascetismo, Cristo viveva tra gli uomini e insegnava a tollerare gli uomini e a migliorare da uomini, non a chiudersi nella torre d' avorio o ad aspirare alla santità: basta leggere il vangelo e non la deviazione cattolica proposta dalla chiesa di roma. Io leggo 3 libri insieme e vado alle serate di meccanica quantistica, ma stasera vado a un concerto metal e domani a una festa di compleanno, ieri avrei voluto andare a sentire un'amica che cantava ma non ce l'ho fatta e mi dispiace...ora per questo dovrei fustigarmi? perché ho 4 impegni 'mondani' in una settimana? perché non ho il tempo di farli sedimentare? Non cadete nell'errore opposto, un conto è dire a me piace godermi le cose per 3 giorni un conto è dire sono certo che chi fa 3 cose in un giorno non se le gode...e chi l'ha detto? Nabla? Bea? Francesco? Io staserà uscirò e non schiferò Bea pensando che è da sfigati restare a casa di sabato sera, stasera sarò stupidamente attratto da gente vestita con borchie e catene che produce suoni pesanti, suoni catartici, stasera berrò birra. Questa è la mia ricetta per stare bene, leggere il Vangelo e ascoltare gente che non l'ha mai preso in mano, sapere di fisica e di cartoni giapponesi,saper oscillare tra il leggero e il pesante. Io i miei valori li conosco bene e qualquqne forma io scelga la sostanza rimane inalterata, il mio approccio alle cose è deciso da me non dalle cose a cui mi avvicino ne' dal modo in cui mi avvicino ad esse, io non confonderei l'esteriore con l'interiore questo credo sia uno sbaglio...
Francesco
Shirasaya: bella questa analogia, mi piace...
Ciao
Caro Francesco,
spero che i giudizi non erano sulle persone, ma solo sulle parole, dato che nessuno credo abbia la pretesa di conoscere chi sta dall’altra parte dello schermo. Penso che, per conoscere una persona non bastano anni di frequentazione e, a volte, non si conosce bene neanche se stessi. Sicuramente mi sono espresso male ed ho sparato un po' di concetti alla rinfusa, ma la tua reazione mi sembra, permettimi, un pochino esagerata.
Non disprezzo chi esce tutte le sere, dico solo che, per farlo, probabilmente si perde molte cose.
Nessuno ha mai disprezzato neanche la leggerezza, certo se c’è solo quella, ritengo che si perdano molte altre cose belle del lato umano. Mi sembra che su questo siamo concordi.
La domanda sul “non uccidere” era solo per dire che dei punti fermi li dobbiamo avere altrimenti, dove andiamo a finire? Non capisco perché l’hai presa così male.
“In Cristo e Socrate non c’è ascetismo” Erano per la vita spirituale e non carnale. Allontanamento dai piaceri del corpo. Questo lo posso dire?
Francesco siamo qui per capire e confrontarci, non la metterei sul personale.
Ciao
La reazione è volutamente esagerata, e lo è per sottolineare come dietro a belle parole e a bei concetti si insinui il germe dello snobismo, per sottolineare come le parole possano anche essere usate come pietre. Nel mio intervento precendente non ho mai negato che dei punti fermi debbano esistere, ma non puoi pretendere che tutti abbiamo gli stessi. E' evidente che alcuni concetti non sono in discussione. Pur non conoscendomi sai bene, o immagini bene, se prefersici, che un certo tipo di relativismo 'estremo' non mi appartiene. Come io so bene che tu non disprezzi chi esce di casa, ma mi sono permesso di usare le tue stesse armi, per far sentire come possano essere antipatiche. Tra le mie passioni ci sono la conversazione, la retorica, la dialettica e nelle discussioni non c'è spazio per il giudizio morale sulle persone almeno per quanto mi riguarda. Sul perdersi qualcosa di chi esce continuo a chiederti cosa si perde e ti invito a chiedere anche cosa si perde chi non esce, altrimenti l'affermazione mi pare priva di rilevanza e si trasforma in un giudizio morale su chi esce. Che poi credo che uscendo sempre si possa andare in tanti posti diversi, più o meno 'spirituali' e 'nobili' non trovi? Il problema non è uscire o meno ma l'atteggiamento con cui si affronta la vita anche quotidiana, non si è spirituali solo meditando a casa in silenzio e intendo questo quando dico che il messaggio di Cristo non indica la spiritualità, ma la Cristianità, nella vita normale e carnale di tutti i giorni; e se vuoi il fallimento della chiesa sta tutto qui propagandare un messaggio 'spirituale' e ascetico del tutto inapplicabile alla vita reale. Cosa mi sono perso questa settimana?
Provocatoriamente
Francesco
è sempre difficile per me ritrovarmi nelle parole di altri.cmq una bella riflessione
silo9: grazie.. capisco quello che vuoi dire, anch'io ho raramente questa sensazione...quando succede è bello..
ciao
Francesco: Lungi da me dire che non hai valori, non ti conosco. Ripeto il mio intervento era un po'
confuso, ma la mia era una critica al Relativismo, corrente filosofica, tu l'hai buttata sul personale.
Io non sono qui per fare battaglie, ma per capire.
La polemica è bella se costruttiva. Ti chiedo solo una cortesia:
di usare un tono meno offensivo, spesso, indice del fatto di non avere argomenti.
Detto questo.
Premesso che ognuno fa quello che vuole della sua vita e premesso anche che io, ritenendo l'ipocrisia e la falsità peggiori rispetto all'espressione di un' opinione anche sbagliata, mi sento libero di criticare con educazione.
Tralasciando la filosofia e adando sul personale:
Perchè non esco tutte le sere? Cosa mi perderei?
1 - Energie e tempo che preferisco consumare per altre cose;
2 - Non mi piace una vita troppo frenetica;
3 - Soldi. Non mi posso permettere di uscire tutte le sere, devo mettermi da parte i soldi per crearmi una mia indipendenza.
4 - Cosa mi perdo a livello spirituale non te lo so spiegare, è una cosa interiore.
ciao
Perdonami ma non vedo dove io sia stato offensivo, non era comunque mia intenzione; piuttosto quando dici che il 'mio' (perché il virgolettato era mio) relativismo va tanto di moda e rischia di sfociare in un'assenza di valori o quando mi chiedi se uccidere è giusto o sbagliato stai valutando me o le mie parole? O quando mi dici elegantemente che non ho argomenti stai valutando me o le mie parole? e il tuo tono in questo caso è offensvo oppure no? La chiave è tutta qui...oro torno ad essere offensivo (mi pare di capire che io sia offensivo quando non sono accondiscendente): quindi io questa settimana ho perso a livello spirituale qualcosa che non so, dei soldi (forse), ho fatto vita frenetica (ma a me questo a volte non dispiace) e ho tolto tempo ad altre cose non meglio specificate...beh questi sì che sono degli ottimi argomenti per smettere di uscire tutte le sere...le parole si possono usare in tanti modi come vedi...sai la cosa paradossale in tutto questo qual'è? è che con l'idea di fondo del post io sarei anche d'accordo...ma tu in parte lo tradisci, hai costruito (o riportato) un ottimo dialogo ma poi ti sei fermato sul tuo modo di vedere la questione anzi nei commenti successivi si fa largo un sottile e latente giudizio morale su chi si comporta diversamente che si può sintetizzare in questo concetto un po' vago del "perdersi qualcosa"...finché questo qualcosa non si capisce cos'è io ti chiederò sempre "perché no?" in estrema sintesi il mio pensiero l'ho già espresso e te lo incollo di nuovo "Non cadete nell’errore opposto, un conto è dire a me piace godermi le cose per 3 giorni un conto è dire sono certo che chi fa 3 cose in un giorno non se le gode" sembra una questione formale, ma non lo è...
Saluti
Francesco
Caro francesco
parlare di Invidia, senso di inadeguatezza,snobismo non mi sembrano complimenti no?
Ora il problema non è quello.
Il problema è che secondo me stai mischiando le carte, vuoi farmi credere che il fuoco non bruci? Che l'acqua non bagni?
Chi ci guadagna?
Socrate e Gesù erano per la carota non per il gozzoviglio. Una critica onesta è quella di Miranda:
"del paradiso preferisco il clima , dell’inferno la compagnia!"
o una filosofia edonistica, epicurea o materialista.
Nè in Platone troverai un Socrate dedito al divertimento, nè nei Vangeli troverai la stessa cosa riguardo Cristo, ma non la trovarei neanche nei libri che li criticano.
Puoi non essere d'accordo con il loro messaggio, ma ci vuole una certa onestà intellettuale nelle interpretazioni e nelle discussioni.
Ciao
Vorrei scrivere la mia opinione sulla polemica che ha preso vita qui sopra. Vedi Francesco, personalmente non mi interessa il comportamento di altri nel gestire la propria vita di relazione; a certi piace fare mille cose? Che le facciano. La cosa che mi da fastidio è che fin dalle elementari mi è stata propinata dalla società che mi vive intorno l'idea che la gente normale non sfigata "si diverte". Mi ricordo che l'esigenza primaria, mia e di tutti i miei coetanei, era di avere il culo parato riguardo ai propri impegni mondani del venerdì sera, sabato pomeriggio e sera, delle feste comandate, delle vacanze estive e di tutte quelle occasioni in cui la gente normale"fa qualcosa". La mia famiglia non aveva i soldi per mandarmi in vacanza? Sfigata. Non facevo tutte le settimane qualcosa di divertente? Sfigata. Non andavo al concerto del I Maggio? Sfigata. Finchè la mia personalità era in costruzione, la mia serenità dipendeva dal fatto di mantenermi nei confini della normalità di una ragazza standard. Dopo la fine del mio periodo influenzabile e complessato ho iniziato ad abbattere tutte le paure che mi impedivano di rifiutare una festa o una serata in discoteca solo perchè non avevo voglia di andarci.Quante serate passate a ciondolare a centro pista respingendo mani morte di grassi porconi e con pessima musica; quante gite noiose con compagnie noiose, quante canne fumate senza soddisfazione(sarò sfigata ma su di me non avevano effetti piacevoli) con compagnie scontate e perditempo tutto per far parte del gruppo.Cavolo, mi ricordo che arrivavo a giustificarmi con gli altri per aver preso voti alti a scuola! Ancora oggi, quando esco con qualcuno e viene fuori l'argomento università, voti, punteggi, quasi mi vergogno di dire che ero brava, quasi mi piacerebbe poter dire:"si, anch'io fui bocciata tot volte", invece non lo fui MAI:sommo disonore. Dovrei dare ad intendere che i miei voti non dipendono dal mio impegno e dallo studio ma sono solo il frutto di pura genialità che rende tanto quanto poco mi costa. Caz...sciocchezze! Perchè la genialità è figa mentre studiare è da sfigati? Perchè le due cose non possono andare insieme? Io amo studiare, amo leggere, amo vedere film intellettualmente impegnativi, amo parlare con persone di sessant'anni in treno mentre un giovin idiota mi osserva schifato pensando "guarda sta sfigata, che c'avrà da ride a parlà co na vecchia...ma che se diranno?". Nonostante la società faccia di tutto per farmi sentire una sfigata ogni volta che non mi comporto come i miei simili, non mi interessa assumere atteggiamenti da intellettuale snob per difendermi da tutto questo. La maggior parte delle attività considerate divertenti mi annoia, non mi interessa, non mi soddisfa. La discoteca mi è piaciuta per alcuni anni ma poi mi sono stufata; i concerti? Mi rompo. Le feste? Spesso la gente che ci va è noiosa e stupida, il cibo fa schifo perciò vado solo se ho un buon motivo e mi ubriaco. Ho eliminato certe persone dalla mia vita per non sprecare tempo facendo cose che non mi interessano e non mi danno piacere; attualmente esco solo con gli amici che mi piacciono davvero, con cui posso parlare e ho un'ottima intesa. Ma il 70 % delle mie uscite è dedicato esclusivamente alla frequentazione dell'altro sesso a fini romantico-sessuali. Forse dal tuo punto di vista è una vita sociale arida ma io sono felice così. Solo degli amici realmente interessanti o una serata del tipo suddetto mi schiodano dai miei studi, dal lavoro, dallo sport, dalla pittura, dal vedermi un buon film. Odio essere mal giudicata per come gestisco la mia vita sociale e per questo non giudico quella altrui. Sono per la tolleranza e per la distruzione di modelli di comportamento indotti. Provochi per stimolare la conversazione, l'hai stimolata. Ho perso tempo a scrivere invece di fare perchè mi andava e l'ho deciso io; è questa libertà di decisione che difendo. Ciao. Nabla, scusa se ho invaso il tuo spazio.
Bea