Cos'è la verità ?
La personificazione della verità
È una bella donna. Mi scappa. Non riesco mai a guardarla per più di pochi istanti. Il suo fascino è talmente forte che l’unico modo di resisterle, è non averla mai vista. Ama sia gli uomini che le donne, ma non ama farsi trovare. Chi la vede una sola volta, non può che continuare a cercarla per tutta la vita.
È sempre nuda, ma essendo una donna casta e sfuggente, si nasconde.
Mai pensare che, una volta trovata, lei resterà lì. Fedele. Al nostro fianco.
Inizierà a correre ancora più velocemente, si nasconderà più astutamente, ci confonderà maliziosamente. Per amarla ci vuole coraggio, impegno, fatica. E’ stata amante del dubbio, della fede e della ragione, ma nessuno la soddisfa a pieno. Forse solo quando tutti decideranno di amarla, accettando di condividerla, si concederà definitivamente.
Alla parola preferisce l’azione, non ama chi parla solo per parlare, né chi lo fa per convincere. Amica del sacrificio e della sofferenza, solo loro possono sussurrarci dove si nasconde.
C’è chi dice che non esiste e chi crede di averla tutta per sé.
Molti combattono per lei: filosofi, poeti, scienziati, mistici i suoi più accaniti inseguitori. Pronti a lottare tra loro pur di avere le sue grazie. Solo per poterla osservare, da lontano, senza disturbarla. Il suo nome è Alètheia e, come fa notare Heiddeger, significa “Non nascondere”.
La verità non solo non è certa, ma è qualcosa che si cela; e tende a sfuggire. Questo non significa affatto che non esiste ma, essendo qualcosa che sfugge, dev’essere cercata e inseguita.
Eccola lì. Sulla sinistra.
Con la “Calunnia”, viene recuperato da Botticelli il significato del periodo classico. Nella parte centrale del dipinto, il Livore stringe il polso della Calunnia che trascina indifferente una povera vittima al cospetto del Re, affiancato dal Sopetto e dall'Ignoranza. Nello stesso tempo, Invidia e Frode si prendono cura dei capelli della Calunnia.
Sulla sinistra la verità è nuda, sembra che nessuno la veda. Solo il Rimorso non può ignorarla.
Aggiungo: solo la Giustizia può difenderla.
Gli amanti della Verità: La ragione
I matematici ed i logici di inizio secolo si sono affannati nella ricerca di un sistema coerente che potesse portare a delle Verità inconfutabili ed inattaccabili dal punto di vista razionale. Con grande delusione, le ricerche hanno portato alla conclusione che tale sistema non può esistere. Questo non significa che sia tutto da buttare: tutti oggi fruiamo delle innovazioni tecnologiche che nascono dalle scoperte e verità scientifiche. Verità con la v minuscola, ottenute applicando un metodo rigoroso, noioso e tedioso, ma che conduce a risultati riproducibili e prevedibili.
Ma la parola chiave della possibilità di applicare le verità scientifiche alla realtà del mondo è : approssimazione. La scienza diventa tecnica l’idealità diventa realtà, la verità approssimazione di se stessa. Il problema è che le verità scientifiche riguardano solo la natura, non la natura umana.
Ci sono domande a cui la scienza non può e non so se potrà mai rispondere.
Non solo la scienza anche la ragione stessa è limitata, nel suo cercare di oltrepassare i suoi confini, ne rimane comunque intrappolata:
“La ragione umana viene afflitta da domande che non può respingere, perché
le sono assegnate dalla natura della ragione stessa, e a cui però non può
neanche dare risposta, perché esse superano ogni capacità della ragione
umana. (Kant)”
Tutta la filosofia kantiana è racchiusa in queste poche parole. Istituire il tribunale della ragione per cercare di indagare il suo operato, per mettere in evidenza le operazioni illecite, ma anche per cercare di spingerla fino al confine delle sue capacità.
Gli amanti della Verità: La fede
In un' interessante intervista del 1988, Adorno confronta la parola greca con quella latina Veritas, che ha tutt’altro significato all’origine: deriva infatti da fede.
“Nel nostro ambito latino, veritas è un termine che proviene dalla zona balcanica e dalla zona slava, e vuol dire tutt'altro che verità. Vuol dire, in origine, "fede"; fede nel significato più ampio della parola, tant'è vero che in russo ad esempio vara vuol dire fede.”
Una parola due significati molto lontani. Infatti mentre nel caso greco il concetto stesso di verità implica incertezza e ricerca, nel caso latino la verità diventa certezza e valore da difendere.
La Veritas comporta la perdita di un elemento fondamentale: il Logos. Il dialogo perde importanza: ognuno sbrodola la propria verità e, chi ha fede la abbraccia, chi è contro, la combatte.
Il confronto non ha lo scopo di trovare una verità, ma quello di far prevalere una Verità sull’altra.
La fede acritica è imprudente ed inopportuna.
Abbiamo già visto che la parola nasce come distorsione del pensiero. La parola tramandata è distorsione della distorsione del pensiero. La parola scritta è distorsione della distorsione della distorsione del pensiero. E l’interpretazione? La traduzione?
E l’ambiguità del codice? Le aporie del messaggio?
Fede sì, ma solo per l’ultimo passo. Fin dove possiamo arrivare, camminiamo con le nostre gambe. Ognuno sia responsabile delle sue azioni, non ripariamo i nostri cattivi comportamenti dietro lo scudo della fede. Ama il prossimo tuo come te stesso. Basta. Che c’è da aggiungere?
Forse Ama te stesso, perché oggi non è poi così scontato. Quindi una sola fede, una sola parola, un solo Dio: Amore. Tutto il resto è interesse terreno. (facile da dire, quasi impossibile da realizzare).
Gli amanti della Verità: Il Dubbio
Prima la seduce poi la combatte. Partire da lui. Esso è spinta vitale, è il motore della ricerca. Dopo il dubbio c’è la scelta, ci deve essere. L’incertezza estrema, il dubbio è contrario all’azione, è paralisi. La paura della scelta porta l’uomo ad uno stato di stasi, di morte apparente e forse sarebbe meglio “morire e nulla di più”.
Nei periodi in cui tendo a cadere nello scetticismo mi viene in mente il padre degli scettici, Pirrone (IV-III sec. a.c.) : dubitava di tutto, persino delle sensazioni più forti. Perché allora non farsi mordere dai cani?
O farsi passare sopra delle carrozze in corsa? Così faceva! Chi può dirmi che i sensi non siano ingannevoli? Pensando ad un enorme rottweiler attaccato al mio braccio, oltrepasso velocemente lo scetticismo…
Tralasciando ogni speranza sulla possibilità di trovare una Verità inconcussa, universale ed immutabile, cercheremo di non cadere nelle sabbie mobili dello scetticismo o del relativismo estremo che, a mio parere, sono trappole mortali così come lo sono i dogmi. La verità non è né assenza di opinioni né dogma: la verità è ricerca.
A questo punto entra in scena un uomo, un uomo del dubbio, che cercherà però di trovare una verità non scritta, ma che si scrive, non certa ma che s’interroga: una via erta che va percorsa senza paura, senza timore di sbagliare, con umiltà e coraggio, tra pensiero e istinto, tra fede e ragione, tra emotività e razionalità; bisogna unire ciò che è sempre stato di-
viso: armonizzare gli opposti. La ricerca della verità non è più una pianura, un mare piatto senza vento e senza increspature, ma è l’unione di due immensi flutti, che si scontrano da due parti: nello scontro, nell'attimo, lo sguardo si ferma, coglie il cielo, s’innalza.
Cos'è per voi la verità ?
Vedi anche:
Bella domanda……! Vediamo un pò…io so che esiste una verità assoluta, cioè “l’innegabile” che si trova al di là delle mie designazioni mentali….ma non ne so dare alcuna definizione (potrei dartene una…ma non è condivisibile da tutti….quindi parlo in generale…..--se ci riesco--…..ma sento che non sarà facile cadere nella sfera del relativo). In realtà è un concetto che non riesco a “tenere” (se c’è qualcuno che lo “tiene” si faccia avanti…). Credo però che questa verità assoluta sia un bel mix di fede e ragione (…). Mmmh….magari attraverso il dubbio> la giustizia> la ragione > la fede….potremmo giungere ad una verità più oggettiva delle altre…..una verità che sia il più possibile vicina a quella assoluta. E come facciamo a capire se ne siamo vicini o meno?.......tenendo in considerazione quella “legge morale” dentro di noi e facendo attenzione a non dimenticare quel “cielo stellato” sopra di noi.
......0_o
Che bello! Grazie, anzi ti faccio il link...
Mi è venuto alla mente a proposito del concetto di verità espresso da Adorno (che son cose ormai acquisite), che in fondo, la maieutica di socrate si fonda tutta sulla visione di verità come ricerca, disvelamento, e non come certezza. Si può dire che Socrate va in giro a fare a pezzi la verità-fede in cerca non tanto di verità-disvelamento quanto di un atteggiamento veritativo. Socrate non predica una cosa, ma predica per così dore una postura nei riguardi del mondo.
La Verità è, per sua natura, illusione. E' un concetto astratto e vuoto che può essere riempito da un qualsivoglia costrutto ideologico. La verità fine a sé stessa non eiste. Verita in base a cosa o su di cosa? Deve per forza essere riferita ad un significante. Esistono quindi le verità su questo e su quello. La verità su di te può essere che sei una persona troppo cerebrale, ad esempio ;))Ma è una delle tante verità su di te!!
La verità con la "v" maiuscola è...un argomento su cui fare filosia, o teologia. Solo l'Arte è priva di verità, poichè è la massima espressione della Libertà mentre, a suo modo, la verità è coercizione...
Sono stanca a quest'ora del pomeriggio. Forse ho scritto tutte sciocchezze. Stranamente anche io ho pubblicato un post su qualcosa che assomiglia alla verità...Vieni a trovarmi, "oriental boy" (tu sai a cosa mi riferisco!!!!:P)
La verità..
Il tuo post mi ha fatto riflettere come al solito... La differenza tra Veritas e Verità greca sopra ogni altra mi ha affascinato! Ultimamente pare che la Verità sia in vacanza, e al suo posto l'impostore Veritas abbia ferrato il suo cavallo e con passo prorompente trotta in ogni Tv e Giornale...
Ma questo è un altro discorso!:-p
Cosa per me è la verità...
E' la capacità di un individuo di accettare un pensiero proprio, o di altri.
Alla fine è ridotto a questo.. non riesco a dargli nessun altra definizione. Se penso alla Verità mi viene in mente un idea, un concetto perfetto. Dato che non posso accettare l'esistenza della perfezione non posso neanche accettare l'esistenza della Verità senza approssimazione. Quindi si tratta semplicemente di considerare una cosa vera, o meno.
Mhh.. più ci penso più le tempie iniziano a pulsarmi per ora mi arrendo e mi fermo 😀
La verità è che tutto è relativo!
Propongo di approfondire il punto di vista anche alle filosofie orientali, Taoismo e Buddhismo per esempio...
La verità è che non è certo che esista qualcosa di certo, compresa la verità di questa frase!
Questa la disse Wittgenstein...
forse la domanda giusta è quante sono le verità?
Exupery in uno dei suoi taccuini diceva: "la verità non esiste, si crea"
questa frasetta mi ha riportato a recitare dopo un anno e mezzo di stop dovuto al fatto che salivo sul palco e mi veniva la nausea (letteralmente il vomito) perchè mi sembrava di essere dannatamente falso e di mentire al pubblico. la faccenda non era di poco conto visto che l'attore è il mio mestiere! la risposta necessaria alla sopravvivenza!! la frasetta li sopra mi ha salvato i neuroni, facendomi capire come "mentire onestamente" per raccontare una verità.. o per dirla in altro modo fingere per non mentire. verità dalla finzione = teatro.
per il mio mestiere questa è "una" verità.
...mah!! ciao!!
Thebrain: il tuo percorso è vicino a quello che volevo indicare.
Quale può essere la verifica? Probabilmente il criterio più efficace è “il principio di falsificabilità” per il mondo empirico.
Marco: se non si può parlare di verità assoluta, bisogna assumere un atteggiamento veritativo. Ricerca e scoperta. Peraltro in ambito universitario chi si dedica alla scoperta di nuove verità, viene chiamato “ricercatore”. Quindi cerca e scopre. Propone le sue verità. Le sottopone a critica di altri esperti, se vengono considerate “vere”, sono accettate.
E non si può dire che Socrate non credesse nella verità, dato che è morto per amore di questa.
Gal se Dio ci ha dato il cervello perché non usarlo ? Con buone intenzioni... Ma se tutto è illusione potrei essere anch’io un’illusione celebrale…: ). L’illusione è solo la parvenza, bisogna cercare, scavare. Altrimenti (mi congiungo a Mara) lo stesso velo di Maya sarebbe un’illusione. Quindi non è tutto relativo. E’ relativo il punto di vista dell’osservatore, ma le leggi riportate ai diversi sistemi di riferimento sono le stesse. Togliere il velo e scoprire quelle leggi è il nostro compito. Qui non stiamo definendo astrattamente un concetto, ma un’attitudine che dovrebbe definire quel concetto.
Penso che senza liberà non ci sia verità. Libertà come presupposto di ricerca della verità. Per questo rinuncia al sé. Altrimenti rimarremmo sempre schiavi di qualcosa da difendere.
Non so quanto l’Arte sia priva di verità.
Lo dimostra lo stesso dipinto di Botticelli con la sua forza espressiva enorme. Quale scritto filosofico potrebbe rendere meglio la verità di quest’opera d’arte?
L’arte (come la ragione ) è un mezzo. L’artista può scegliere di servire (il potere, ad esempio) o cercare di rappresentare l’idea che sta dietro la parvenza. E mi sembra che Gigi confermi con la sua testimonianza .
Mara penso che per Buddha le Quattro Nobili Verità non siano relative…
Vhailor1980 : “E’ la capacità di un individuo di accettare un pensiero proprio, o di altri.”
Molto bello questo concetto. Penso che quando riuscirò a non arrabbiarmi per un mio pensiero e soprattutto per quello altrui potrò iniziare la ricerca.
CIAO!
Come vedete gli orientali ben prima di Einstein sapevano che tutto è relativo, pensate che questo sutra è incluso nel libro 'pellegrinaggio a occidente', o 'viaggio a occidente' (a seconda che si traducano gli ideogrammi) che è lettura praticamente obbligatoria per tutti i bambini cinesi che sappiano leggere, dove è commentato dicendo che questo sutra è la migliore, più veloce, più sicura via per diventare velocemente Buddha!
Quindi i bambini cinesi lo hanno ben chiaro in mente!
Mara grazie per lo spunto interessante.
In realtà, però, lo trovo troppo contraddittorio. Siamo nell’ambito del linguaggio e della tautologia. Viene affermato che non c’è saggezza e poi che bisogna seguire la saggezza perché “non ti ingannerà, quindi conoscilo come vero!”.
Poi nella pratica come si traduce questo? Perché altrimenti rimangono “parole”, in cui viene detta una cosa ed il suo contrario: forse per non sbagliare? Per estrema tolleranza? Va bene, ma poi bisogna scegliere: altrimenti rimango solo parole vuote, senza significato. Di testi su Buddha e di scuole Buddhiste ce ne sono un’infinità.
Io cerco anche di ragionare con la mia testa, per quello che posso.
Se Buddha ha tramandato le Quattro Nobili Verità (con la v maiuscola, come viene scritta anche nel testo che proponi) ci ha voluto comunicare qualcosa. Se tutto è relativo, allora perchè non chiamarle le quattro Nobili Opinioni relative? Se tutto è relativo il velo di Maya è una visone fantastica, perché l’essere stesso sarebbe relativo.
Io direi il linguaggio è relativo, le opinioni sono relative, la parvenza inganna, ma sotto c’è qualcosa che non può essere relativo. Altrimenti la stessa Dottrina non avrebbe senso.
Tolleranza va bene, ma se crediamo in qualcosa dobbiamo avere il coraggio di seguirla, altrimenti accontentiamo tutti, ma non diciamo nulla. Oppure rimangono frasi vaghe ed ambigue che possono essere interpretate in qualsiasi modo.
Diventare “velocemente” Buddha,non mi convince molto. Comunque spero che i che i Cinesi leggano bene questo sutra e imparino più in fretta possibile, almeno il Tibet sarà salvo.
In ogni caso, per concludere, penso che dovremmo ricominciare ad avere fiducia nella ricerca di qualcosa che sta al di là, che seppur non comprendiamo del tutto, sentiamo che ci chiama, che ci indirizza. Oggi, purtroppo, il “tutto è relativo” (che in alcuni casi potrebbe essere usato a fin di bene) è usato per giustificare dei comportamenti ingiusti e dannosi per il prossimo. Tendiamo a fa perdere valore alla verità, in modo che, il non cercarla, ci fa sentire a posto con la coscienza.
Ciao!
Il Tutto è relativo, riconoscere che nulla ha esistenza di per se, porta anche come dici giustamente tu a trovare che anche l'essere è relativo, (si il velo di Maya è qui fantastico!) quindi per conto suo in realtà inesistente, è come ogni cosa una convenzione, un accordo fra di noi per poter definire un qualcosa che non permane.
Gli oggetti, le cose, gli esseri (i dharma) però relativamente certamente esistono, e svolgono la loro funzione, anche la Dottrina naturalmente è relativa, non vale la pena specificarlo perchè lo è come tutte le cose. è relativa.
Quel che sta al di la come dicevo sopra è "il Tao che puo esser detto Tao non è l'eterno Tao, quel che può essere nominato non è eterno", di cui "In principio era il verbo ed il verbo era Dio.. e per mezzo di lui le cose sono state create" è il seguito...
Per comprenderlo si tratta di metterci d'accordo sui termini...
Ciao Mara nada.
Non può andare. Se tutto è relativo, niente è; se nessuna cosa è, essere Buddhista sarebbe uguale a non esserlo, quindi non esisterebbe la dottrina, e sarebbe un bell'inganno la dottrina stessa.
Invece l'essere è la volontà, e il non essere è la nolontà, quindi c'è qualcosa che è, e qualcosa che non è che non possono essere insieme.
CIAO
La verità. Ne avevamo già parlato, mi pare. Ma smetteremo mai di parlarne? Credo di no. L'argomento si presta a diverse interpretazioni e svariati aggiornamenti. Quello che mi lascia perplesso è che sembra sia solo una questione di trovare una definizione che metta tutti d'accordo. Una cosa difficile da realizzare. Per dire, anche all'interno delle varie dottrine religiose esistono diverse interpretazioni. Nemmeno per i più ferventi (fanatici?) fedeli esiste UNA sola verità. Basta che si faccia avanti una fazione (magari disposta ad usare la forza per imporla) che presenti una diversa interpretazione ed ecco che la verità muta. Nella scienza abbiamo delle verità a termine. Cose vere finchè non si riesce a dimostrare il contrario. Mi viene in mente la definizione che da uno studente in "L'attimo fuggente": -La verità è una coperta corta. Cerchi di tirarla per coprirti tutto; ma alla fine rimane sempre qualcosa fuori dalla coperta.- La verità. E' un punto di vista. Una prospettiva dalla quale una cosa sembra avere determinate caratteristiche. Basta cambiare prospettiva e cambiano anche le caratteristiche della medesima cosa. E non dimentichiamo che le parole possono falsare tutto quanto. Qualche esempio? La ragione può essere spenta? Il lume può essere spento. Si dice che la ragione sia un lume (Il lume della ragione). Ergo, la ragione si può spegnere. Il topo non ha mangiato il formaggio, perchè non esiste. "Topo" è soltanto una parola con la quale indichiamo un certo animale. Quindi topo è un nome. E un nome non può mangiare il formaggio. Capirete che si può andare avanti all'infinito. Allora dovremmo affidarci di più ai sensi. Ma anche i sensi possono essere ingannati. Precipito in un imbuto e mi chiedo se una volta che sarò passato dalla strettoia avrò le idee più chiare. (Temo di no).
Saluti a Nabla e ai passanti. 🙂
Spora dice: la verità è non aver peli sulla lingua (si è cancellato il commento)
risposta: sì può essere un buon inizio, poi bisogna muoverla in modo corretto, la lingua… : ) Comunque la sincerità è la base…
Fumblindog mi fa piacere che ti ricordi. Sì, già ne avevamo parlato. Infatti questo è la prosecuzione di quell’abozzo: mi ci sono voluti due mesi per due pagine!
Comunque la distorsione di una dottrina è inevitabile, perché ognuno cerca di adattarla alla sua persona fino a casi in cui viene conservato solo il nome dell’ideologia, ma i contenuti possono essere anche opposti a quelli dettati dal suo fondatore. Poi ci sono gli interessi, e per interesse si mistificano le idee.
Le verità scientifiche sono quelle descritte bene dall’esempio che citi dell’attimo fuggente, ma perché non possiamo considerare una verità fatta di approssimazioni successive anche per quanto riguarda le questioni esistenziali, dato che, queste sono ancora più complesse dei fenomeni trattati dalla scienza?
Nel senso: non abbiamo bisogno di grandi profeti, ma di piccoli ricercatori…
Mara mi sembra che la confusione sia tra relatività e trasformazione.
Mentre nel mondo fenomenico le cose mutano come tu dici, ci sono state persone - molti secoli fa – che si sono chieste:ma c’è qualcosa che non cambia? O tutto cambia?
Se tutto cambia, come è stato possibile un passaggio dal nulla alla materia?
Come è passibile passare dall’essere al non essere?
Noi oggi sappiamo che nulla si crea e nulla si distrugge, quindi deve esistere qualcosa che “sta sotto”, non “visibile” in apparenza che permette la conservazione. Cioè il formaggio esiste ancora dopo che il topo lo ha mangiato, ma in altre forme.
Per la fisica ciò che permane è l’essenza ultima della materia. Il problema è che ancora non è stata definitivamente accertata ed individuata l’esistenza di una “struttura ultima”.
Tornando alla parola relativo. Che significa relativo? Perché relativo non dice nulla se non indico rispetto a cosa. È una qualità relazionale. Relativo rispetto a cosa? Come se dicessi il libro sta sopra. Ma sopra rispetto a cosa? perché se non ho un punto di riferimento, sopra e sotto non hanno senso.
Come non ha senso parlare di relatività se non ho due o più oggetti distinti che compongono la relazione.
La teoria della relatività ristretta ci dice che vari osservatori vedono lo spazio-tempo in modi diversi quando la loro velocità si avvicina a quella della luce, mentre quella generale che lo spazio-tempo è modificato dal campo gravitazionale. Quindi il relativo è lo spazio-tempo dell’osservatore A, rispetto allo spazio-tempo dell’osservatore B. Ma se lo spazio- tempo sono relativi c’è dietro qualcosa che è costante:
la velocità della luce.
le leggi fisiche sono uguali per tutti i sistemi di riferimento.
Quindi anche la relatività poggia su due concetti assoluti!
Anche Siddharta ha pensato che forse quello che vediamo e ci “appare”, non è la realtà così come è in sé, quindi bisogna andare oltre, aprire gli occhi e arrivare a vedere le cose del mondo senza quel velo di apparenza che ci ottunde la vista.
Ed è proprio la prima nobile verità ad affermare che tutto si trasforma, tutto cambia, nulla è permanente ma una cosa è: esiste la sofferenza. Ogni uomo la prova. é relativa nel senso che tutti la provano in modi diversi, ma l'essere sofferenza esiste, è stato e sarà sempre. Quindi lo scopo è quello di uscire dallo stato di essere, abbandonare la sete, il desiderio che generano sofferenza, passare dall'essere al non essere: il nirvana. La rottura del cerchio, la liberazione dalla sofferenza che comporta la rinuncia alla sete di vivere.
Ciao
Anche la velocità della luce dipende, quindi è relativa all'osservatore, un osservatore su un proiettile che segue la direzione del raggio la percepirà diversa da uno che vada in senso opposto!
Che ne sarebbe poi della luce e della sua velocità senza un osservatore?
Si è vero, relativo significa relativo rispetto a qualcosa che a sua volta sarà relativo, è l'idea di brutto a creare quella di bello, quella di lontano a creare quella di vicino, quella di essere a creare quella di non essere etc. etc..
Dire che il formaggio esiste ancora, una volta che il topo lo ha mangiato significa sostenere che anzichè formaggio possiamo mangiare il topo ed i suoi escrementi!
Stai sostenendo che la tua automobile esiste ancora dopo che la ho smontata!
La struttura ultima della materia, se è materiale, avrà ancora un lato rivolto a nord ed uno a sud, quindi sarà ulteriormente divisibile!
se non fosse più materiale non sarebbe più materia!
Si certamente, la sofferenza relativamente esiste!
ciao!
"Anche la velocità della luce dipende, quindi è relativa all’osservatore, un osservatore su un proiettile che segue la direzione del raggio la percepirà diversa da uno che vada in senso opposto!"
No, no, no...è proprio sull'assunto opposto che si basa la relatività!
Leggi qui
hai ragione nablito, spesso e volentieri si perdono ottime occasioni per stare zitti!
Mi pongo il problema del "registro" della verità. A quel punto si dualizza.
E non so più cosa pensare.
Sporita pensa che so di non sapere, ma che devo sapere...
Mara essere o esistere sono due cose differenti.
La seconda frase non è esagerata è semplicemente "logica".
CiAO!
Resta un fatto incontestabile. Noi non abbiamo potere su questo universo, comunque lo si voglia definire. Siamo estranei alla sua definizione, siamo un qualcosa di alieno e di imprigionato. Se questa fosse casa nostra, ci troveremmo tutti bene e non avremmo problemi di sorta. Invece senza utensili e artifici non possiamo vivere neanche nelle regioni più ospitali del pianeta che ci ospita. Siamo schiavi di un codice genetico che ci tortura, e questa è una prova di più di quanto intendo affermare. Siccome tutti gli elementi sono a noi nocivi, si dimostra la malvagità del principio che sta dietro alla loro definizione.
Non è possibile alcuna felicità qui, e bisogna guardarsi dalle illusioni.
Verità è la percezione della nullità ontologica delle cose transeunti. Illusione, e quindi non-Verità, è credere alla possibilità di una qualsiasi integrazione col nefasto potere del Cosmo.
Un saluto
P.S.
Proprio alcuni giorni fa ho letto il "Biasimo dei Piaceri", in cui Ashvagosha riporta le parole di Buddha...
Antares666:
" Verità è la percezione della nullità ontologica delle cose transeunti. Illusione, e quindi non-Verità,".
Eppure fra di loro le cose reagiscono, provare sedersi su un formicaio...
"è credere alla possibilità di una qualsiasi integrazione col nefasto potere del Cosmo".
Nefasto? Suvvia...
Intanto lo stai studiando, che non è poco...
E insomma, Nabla, ho letto un pò di cosette che hai scritto ed ora sono convinta che saresti perfetto per il compito che abbiamo pensato di assegnarti io e Wil...;)
Riguardo al tema del post, apprezzo molto la descrizione "antropomorfa" che hai dato della Verità- ed anche il bellissimo dipinto di Botticelli. Per me la Verità è...come una luce lontana che cerco di raggiungere, ed è insieme il motore e lo scopo del mio cammino; raggiungerla il mio sogno, afferrarla, la mia paura più grande.
Ad ogni modo, ti lascio un saluto e..chapeau di nuovo.
Dopo almeno venti giorni di attesa è arrivato un libricino da me ordinato: "L'esperienza di Dio" di Raimon Panikkar, avendolo studiato lo scorso fina settimana lo consiglio vivamente! ecco come il cristianesimo si evolve!!!
http://it.wikipedia.org/wiki/Raimon_Panikkar
http://www.gianfrancobertagni.it/Autori/raimonpanikkar.htm
"Panikkar è solito affermare che non esiste un Dio che non sia tale se non per degli uomini" da wikipedia, vedi primo link. Cosa dicevamo a proposito della necessità dell'osservatore?
Ciao Mara mi sembra interessante.
Che significa più nel dettaglio? Che esiste un unico Dio per tutti, uguale per tutti, ma nessuno se ne è ancora reso conto?
Non ho letto gli sviluppi della vostra discussione, ma la tua ultima frase, posta come una domanda
Che esiste un unico Dio per tutti, uguale per tutti, ma nessuno se ne è ancora reso conto? la quoto come fosse un' affermazione.
un saluto 😉
Non saprei ora rispondere alla domanda.
(Non perché me ne lavo le mani come quel famoso pronunciatore di questa FAQ esistenziale...)
Il bambino che non sa cos'è il mondo fuori dal ventre materno ma è irresistibilmente chiamato a visitarlo... Come anche il fascino della donna che descrivi: riusciamo a vederla anche per pochi istanti ma conoscerla è un altro paio di maniche.
Ho comunque concrete speranze di giungere
prima o poi alla risposta di cosa sia la Verità...
La riflessione che ho pubblicato oggi può considerarsi un commento a questo bel post.
Saluti