La corruzione esiste solo nel settore pubblico?
Siamo abituati a pensare che la corruzione sia solo nel settore pubblico.
Si sente spesso dire "le aziende private funzionano perché devono produrre utili".
Ma è proprio così in Italia?
Per prima cosa, pochissime aziende italiane sono totalmente svincolate dal pubblico.
Infatti, molte aziende private lavorano per enti che hanno concessioni statali. Basti pensare al mondo di giochi, in cui i
produttori sono aziende private, mentre le concessioni del gioco sono date a "Concessionari" scelti dallo stato.
In diversi settori produttivi italiani è questo il meccanismo e, per la proprietà transitiva, le aziende private sono al servizio dello stato anche se indirettamente.
A parte ciò, che ci proietta nuovamente nella corruzione del settore pubblico, chi ha lavorato in aziende private italiane secondo me ha visto:
Corruzione e favoreggiamento sugli acquisti quando si ricorre a forniture esterne;
Strutture aziendali private con un'elevatissima percentuale di responsabili/quadri/dirigenti rispetto al numero di lavoratori impiegati;
I posti più alti vengono spesso occupati per relazione clientelare o per amicizia anziché per meritocrazia;
Sistemare un parente o amico è l'obbiettivo principali di alcuni dirigenti che con gli "scambi di favore" piazzano i rispettivi conoscenti;
I dirigenti italiani sembrano più attenti alla propria carriera piuttosto che alla produttività della loro azienda. Questo va benissimo se gli interessi personali navigano sulla stessa rotta di quelli aziendali. Se al contrario siamo disposti a "taroccare" la bussola per i nostri vantaggi, l'azienda sicuramente ci perderà;
Nelle aziende italiane non mancano di certo gli "Adolf Eichmann", cioè dei burocrati normali e banali che hanno come unico talento quello di essere disposti a tutto per fare carriera (vedi La banalità del male). Questi personaggi senza capacità utilizzano servilismo e mancanza di coscienza etica per scalare ai vertici delle società e purtroppo trovano terreno fertile nella mancanza di meritocrazia.
Cosa comporta tutto questo?
Perdita di competitività a livello internazionale, ingresso di player stranieri per compensare lo scarso livello di quelli italiani, fallimenti di aziende, perdita di talenti che non hanno la possibilità di esprimersi in un contesto non meritocratico, mancata creazione di posti di lavoro per lo scarso rendimento delle aziende e, peggio ancora, non viene creato nuovo business ma burocratizzato quello esistente.