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La vita di Socrate

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Socrate nella storia di Atene

Su Socrate ci sono quattro fonti principali: Platone, Senofonte, Aristotele, Aristofane.
Ognuna di queste fonti dà un ritratto del personaggio Socrate abbastanza diverso dalle altre.
Platone, che lo sceglie come protagonista di tutti i suoi dialoghi (a parte le Leggi), è allievo e amico di Socrate e, probabilmente, quello che ha meglio interpretato il suo pensiero. La critica ritiene che il Socrate dei dialoghi è platonizzato. A mio avviso, sarebbe meglio dire che il Platone dei primi dialoghi è socratizzato. In ogni caso, le due figure sono quasi indistinguibili.

“Le Nuvole” è il titolo di una commedia di Aristofane che ha per protagonista Socrate. Nelle Nuvole, Socrate è rappresentato come un sofista, ma abbastanza strambo e bislacco e disinteressato delle cose terrene, anche se insegna come prevalere sugli altri per diventare ricchi.
Aristotele conosce Socrate solo dal punto di vista filosofico, attraverso Platone.
Il Socrate di Senofonte (storico greco) è moraleggiante e caustico. Dalla sua Apologia, esce un ritratto si Socrate alquanto diverso da quello tratteggiato da Platone.

Le difficoltà affrontate nella ricostruzione del pensiero socratico sono dovute alle differenti visuali delle fonti. Sembra che ognuno abbia visto Socrate con i suoi occhi. Questo è uno dei problemi che derivano dalla scelta di non lasciare nulla di scritto e dalla stessa forma “aperta” della filosofia socratica. Socrate era ben consapevole che i suoi semi avrebbero dato frutti diversi, ma è proprio questa la sua bellezza.
L’unico che aveva le possibilità di capire del tutto il messaggio filosofico di Socrate, è Platone (escluso Aristotele che però lo conosceva indirettamente e che comunque non la avrebbe mai capito come Platone). Platone era anche l’unico che poteva capire l’uomo Socrate.
La sua sensibilità filosofia e filantropica ci hanno dato un quadro abbastanza attendibile della figura socratica.

Socrate nasce ad Apolece nel 469 a.c., uno dei demi più grandi e popolosi di Atene. La madre Fenarete era una levatrice (da cui Socrate affermava di aver appreso l’arte di far partorire) , il padre Sofronisco era un marmorario. La sua famiglia era benestante, ma non apparteneva alla cerchia di persone più importanti della città.
Sembra che il padre abbia insegnato a Socrate, l’arte della scultura. Socrate ha seguito il percorso educativo riservato ai benestanti (paideia):

6-12 anni Musica e grammatica (la musica serviva anche per imparare a riconoscere i suoni di flauti e trombe che venivano usati per impartire i comandi).

12-18 anni ginnastica e addestramento fisico per preparare i giovani a combattere in formazione chiusa (opliti).

L’educazione culturale era impartita dall’erasta (maestro del giovane).
Il rapporto tra erasta ed allievo è ambiguo. Da un lato la società greca condannava apertamente i rapporti omoerotici tra allievo e maestro, ma sembra che fossero pratiche largamente diffuse.
La crescita del giovane passava per due tappe fondamentali:

La consegna di una coppa, che simboleggiava la possibilità di partecipare ai Simposi (“banchetti fisolofici”).
La consegna si un’arma che simboleggiava, la capacità del giovane nell’arte militare.

Compiuti i 18 anni il giovane diventava efebo e frequentava il vero e proprio servizio militare fino ai 20.

Per capire il personaggio di Socrate, è importante inquadrare la sua vita nelle vicende storiche di Atene.
La polis aveva una struttura concentrica. La città al centro, circondata da mura e antistante il porto. La campagna (La chora), coltivata dai contadini all’esterno delle mura. Il centro urbano era costituito dall’acropoli. Essa era la parte più alta della città e il centro della vita religiosa, politica e culturale. L'agorà era invece la parte più parte bassa, dove avvenivano gli scambi commerciali.
Il lembo più povero della città, dove vivevano artigiani e agricoltori, era chiamata asty.
È importante sottolineare che ad Atene, la partecipazione alla vita politica da parte dei cittadini era massiccia.
Sovente, gli incarichi politici venivano estratti a sorte. Usanza, che Socrate criticò aspramente. “È come se estraessimo a sorte il capitano di una nave”. Per lui erano le competenze che andavano valutate. Chi era più capace nell’amministrazione di una specifica funzione doveva ottenere quell’incarico. La democratizzazione di Atene inizia tara il IX e X a.c. . L’espansione commerciale e coloniale greca ha permesso una distensione dei legami tra coltivatori e aristocratici possidenti delle terre, segnando l’inizio della decadenza dell’aristocrazia terriera e la crescita di quella dei commercianti.

Nonostante ciò le forme di governo che si alternano ciclicamente sono essenzialmente la tirannide o l’oligarchia. Ma, con l’andar del tempo, le attività dei campi si riducono decisamente e, a partire dal sesto secolo circa, una grande quantità di persone affluisce nel centro urbano favorendo la nascita della vera e propria democrazia.
Il regime democratico prevedeva la partecipazione all’Assemblea esclusivamente di coloro che godono della cittadinanza.
Quindi era fondamentale il conferimento dei diritti di cittadinanza nella città. In Atene potevano essere cittadini i soli maschi adulti, figli di padre e madre ateniesi liberi dalla nascita, in grado di combattere. Poiché solo chi era ricco poteva sostenere i costi per l’acquisto delle armi, la cittadinanza era riservata alle famiglie benestanti.

Socrate vive nell’ età di Pericle (477-428 circa) . Dopo l’invasione persiana (440 a.c.), devastante, ma respinta con successo (grazie alle scelte strategiche di Temistocle) si ha un rafforzamento notevole della flotta navale. Mentre l’esercito di terra era costituito esclusivamente da aristocratici benestanti, la classe povera (i teti) è il motore della flotta (in quanto rematori delle navi).
Le guerre persiane hanno lasciato un segno sulla città ateniese. L’Attica era stata devastata, e tutti gli uliveti (da cui Atene traeva grandi economici vantaggi) erano stati distrutti. Anche l’economia cambia direzione. Il commercio marittimo diventa l’attività principale.
Pericle inizia una politica imperialistica, che avrebbe potuto favorire i nuovi sviluppi economici.
In queste condizioni la flotta è un’importante propulsore per l’economia l’espansione di Atene. Le classi inferiori si rendono ancora più consapevoli della propria importanza per la sopravvivenza della città di Atene e si acutizza il contrasto tra oligarchici e democratici. Le spinte provenienti dal basso sono appoggiate da Pericle e Efiate, gli uomini più influenti della città.
In questo contesto poltico, la vita culturale di Atene inizia ad avvicinarsi al suo massimo splendore.
L’acropoli viene ricostruita. L’erezione del Partenone e dei Proprilei (seppur non affrancate da tutti, per via delle spese elevate) dà un nuovo senso di potenza e splendore culturale ad Atene.
Figure di spicco come Fidia (uno dei più grandi scultori di tutti i tempi), l’architetto Ictino e il filosofo della natura Anassagora sono richiamati dalla magnificenza di Atene.
È in questo quadro che i sofisti costruiscono la loro fortuna. Una città in cui la partecipazione alla vita politica è estesa a gran parte dei cittadini, diventa importante saper persuadere.

Come abbiamo detto,i sofisti giustificano la loro condotta a livello filosofico con lo “scetticismo etico”. Dato che non ci sono verità in ambito morale, ognuno può e deve imporre la sua, può piegare la volontà altrui, ai suoi scopi, con le armi della retorica. È lecito trarre profitto per mezzo delle abilità oratorie, fino al limite di usare tutti i mezzi leciti o quasi leciti.
Gorgia, il più grande retore dell'epoca, usava la sua retorica per piegare l'assemblea alla sua volontà. Partendo da premesse comunemente accettata dai "più", riusciva a portarli nella direzione da lui scelta, attraverso l'uso di lunghi, pomposi e affascinanti discorsi (macrologia).
In questo quadro si inserisce il giovane Socrate. Nel 450 a. c., quando ha circa venti anni, termina l’Efebia (servizio militare) e acquista il diritto di voto di partecipare alla guerra ed all’assemblea.
Allievo di Archelao (seguace di Anassagora) sembra più interessato alla indagini riguardanti l’uomo, piuttosto che a quelle sulla natura.
Su Socrate ci sono molti aneddoti, al confine tra realtà e mito.
Si dice che avesse una resistenza impressionante al freddo e che fosse la “disperazione dei calzolai”, perché andava sempre in giro scalzo.
In guerra era, a dir poco, valoroso. Platone nel Simposio, fa raccontare ad Alcibiade (un valoroso condottiero di guerra, amico ed allievo di Socrate) come Socrate gli abbia salvato la vita nella battaglia di Potidea del 433 (vinta a fatica da Atene contro la città di Potidea appoggiata da Corinto) e rifiutò il premio per quella battaglia in favore dello stesso Alcibiade.

Socrate salva Alcibiade
Canova - Socrate salva Alcibiade a Potidea

Nella stessa battigia avvenne uno strano episodio. Restò immobile in trincea, per un’intera giornata in uno stato di “trance”. Sembra che fosse impegnato nell’ affrontare un problema speculativo che non riusciva a risolvere.
Pare che abitualmente entrasse in questi stati di meditazione:

“In nostro Socrate si è appartato ed è fermo nel vestibolo della casa dei vicini; malgrado l’abbia chiamato, non è voluto entrare”
“Dici una cosa proprio strana – rispose Agatone - ; chiamalo di nuovo e non lasciarlo”.
E Aristodemo racconta di aver detto:”non fate assolutamente niente, ma lasciatelo stare. Infatti, questa è una sua abitudine: talvolta si tira da parte, dove capita, e sta fermo là…”

Nell’Atene di quei tempi, i Simposi erano delle faste a carattere intellettuale. C’era un tempo in cui pensiero e divertimento erano strettamente legati. Sorseggiando vino e banchettando ci si confrontava, si “creava sapere
”.
Il simposio di Platone è una delle più grandi opere della letteratura di tutti i tempi. Il tema centrale è l’ amore.
Ancora una volta, Socrate dà prova delle sue grandi doti intellettuali e della sua resistenza fisica.
Tra i partecipanti Agatone, Alcibiade, Aristofane, Aristodemo. Ognuno di loro propone il suo discorso su Amore, fino a quando è il turno di Socrate. “E quando Socrate ebbe detto queste cose, i presenti applaudirono.” La grandezza di Socrete non si ferma a prove intellettuali e fisiche, ma sono la sua bontà, la sua saggezza e la sua umiltà che fanno rimanere a bocca aperta. Nonostante le donne non fossero ammesse ai simposi, Socrate, che quando non conosceva qualcosa aveva l’umiltà di chiedere a chi era più esperto di lui in quel campo, riconosce di aver appreso ciò che ha esposto nel suo discorso da Diotimia, “che in queste cose era sapiente ed in molte altre”.
Considerando la concezione che i greci avevano della donna, le parole di Socrate ( e Platone) danno diritto di pensare ad un tentativo di abbattere i tabù della società. Il sospetto è rafforzato dal Menone di Platone (vedi apparenza). Nel Menone Socrate accompagna uno schiavo, che non sapeva nulla di matematica, nella dimostrazione di un difficile teorema di geometria, e con stupore di tutti i presenti, lo schiavo riesce nella dimostrazione. La critica vuole che Platone ci racconti questo per dimostrare che le idee sono innate, a me piace pensare che Socrate, in un tempo in cui gli schiavi erano considerati poco più che oggetti, lo avesse fatto per mostrare che gli uomini possono avere capacità, indipendentemente dal ruolo che hanno nella società (e anche dal punto di vista teoretico, le considerazioni esposte portano ad un egualitarismo sul piano intellettuale).
Nel Simposio, quando la festa finisce, è l’alba e sono tutti ubriachi. Socrate, anche se non aveva l’abitudine di bere, è ancora sveglio:
“Allora Socrate, dopo averli fatti addormentare, si alzò e se ne andò. E, Aristodemo, come era solito, gli andò dietro. E recatosi al Liceo, Socrate, dopo essersi lavato, vi trascorse tutta la giornata come le altre volte.”

Perché Socrate è stato così avanti rispetto alle idee del tempo? Semplicemente, perché sapeva di non sapere. Che non è, come qualcuno ha detto un artificio retorico, ma è una palese ammissione di ignoranza. Socrate pensava che sarebbe stato meglio ammettere la propria ignoranza, piuttosto che imporre un’idea sbagliata.
Le idee errate si possono imporre per due motivi:
Per prima cosa, se si è in malafede, per sopraffare gli altri o salvaguardare i propri interessi.
Oppure meno maliziosamente, per presunzione.

Socrate combatte questi due mali: presunzione e disonestà intellettuale.
Non sono questioni astruse. Sono di un' attualità impressionate e toccano anche la nostra società.

Nel frattempo Atene e Sparta erano entrate in guerra (la guerra del Peloponneso fu un conflitto durato quasi trent'anni, dal 431 a.C. al 404 a.C.), e lo stesso Pericle muore nel 429 a.c.
Nel 425 gli ateniesi, guidati da Cleone, costringono alla resa gli spartani che, mai fino ad allora, avevano abbassato la testa senza combattere fino alla morte:”torna con il tuo scudo o sopra di esso” era il loro motto.

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