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Chatta con Nabla
26 Aprile 2007
Nabladue
Tempo di lettura: 3 minuti

Matrix, Platone e le filosofie orientali

Sogno o realtà

«Una volta Zhuang Zhou (cioè Zhuang-zi nella sua qualifica di “maestro”, “zhou”) sognò che era una farfalla, svolazzante e soddisfatta della sua sorte e ignara di essere Zhuang-zi. Bruscamente si risvegliò e si accorse con stupore si essere Zhuang-zi. Non seppe più allora se era Zhou che sognava di essere farfalla, o una farfalla che sognava di essere Zhou.»
Zhuag-zi (Taoismo- Cina – IV secolo a.c.)

Platone immagina un mondo in cui gli uomini sono incatenati dall’infanzia. Il mondo, una caverna aperta alla luce solo sulla parete di fondo, la luce proviene da un “grande fuoco” come il sole. Dietro l’apertura della caverna un muro, alto come un uomo. Gli uomini fuori la caverna portano delle statue che vengono proiettate sulla parete di fondo della grotta come ombre. Nella caverna gli uomini incatenati sono rivolti verso la parete di fondo senza poter guardare dietro: possono vedere sole ombre che sono le proiezioni delle statue (quindi proiezioni di qualcosa che già è una proiezione della realtà), e credono, che la realtà sia quella.

 

«Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero?E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare?

Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà?»

(Morpheus)

MATRIX, PLATONE E LE FILOSOFIE ORIENTALI

Qual è realtà? Quella che percepiamo?

Questa domanda è stata riproposta oggi, in un film: Matrix. Trovo geniale e decisamente calzante la rappresentazione della realtà percepita con un mondo virtuale. Questo mondo illusorio, a cui l’uomo appartiene non solo per costrizione, ma anche per libera scelta, è una proiezione di quello reale. ”So che la carne non è reale, ma mi piace”- afferma uno dei personaggi, parafrasando il motto “scegli di non sapere”.

E così, si ritiene che sia meglio attraversare il mondo in modo inconsapevole, facendosi ingannare dalle apparenze (dai sogni), da ciò che non è reale e scegliere di mentire a sé stessi per non soffrire, ma anche per non vivere. La scelta è dettata dalla paura della sofferenza. Così si sceglie un mondo in cui non si soffre realmente, ma in cui non si è realmente liberi, perché la libertà presuppone la coscienza.

Tuttavia la libertà e il pensiero cosciente hanno un prezzo da pagare: devono essere difese continuamente. Non solo ci dobbiamo difendere dagli altri, ma anche e – soprattutto – da noi stessi. La libertà si conquista solo con la conoscenza e la consapevolezza. Il cuore deve essere puro: libero da passioni, brama, desideri, esaltazione del sé, attaccamento.

Conosco il male che è in me e per questo scelgo il bene. Estendo la mia comprensione all’esterno: Io sono Te, Tu sei Me. Allontana il piacere dei sensi. Attraversa il deserto. Eleva lo spirito. Esci dalla caverna: apri gli occhi lentamente. Inizia a vedere i contorni, le ombre si fanno luce, gli oggetti sempre più chiari, nitidi, reali…

“Alla fine, credo, potrà osservare e contemplare quale è veramente il sole, non le sue immagini nelle acque o su altra superficie, ma il sole in se stesso, nella regione che gli è propria. – Per forza, disse. – Dopo di che, parlando del sole, potrebbe già concludere che è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile, e ad essere causa, in certo modo, di tutto quello che egli e i suoi compagni vedevano”
(Platone, Mito della caverna, Repubblica)

Chi vive in modo consapevole non ha paura degli altri, forse sono gli altri che hanno paura di Lui. Socrate lo sapeva ed ha pagato, come hanno pagato dopo di lui: «Andarono quindi i farisei con gli erodiani a dirgli:

“Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità, e non hai soggezione di nessuno perché non guardi all’apparenza degli uomini.» (Matteo 22)

E altri pagheranno anche in futuro. Tanti cloni, tutti uguali, che combattono colui che è consapevole, che ha scelto di svegliarsi.

Non vi sembra che tutti gli “illuminati” volessero tutti la stessa cosa?

Il bramino Dona vide il Buddha seduto sotto un albero e fu tanto colpito dall’aura consapevole e serena che emanava, nonché dallo splendore del suo aspetto,
che gli chiese:

– Sei per caso un dio?
- No, brâhmana, non sono un dio. – Allora sei un angelo?
- No davvero, brâhmana.
- Allora sei uno spirito?
– No, non sono uno spirito.
- E allora, che cosa sei?
– Io sono sveglio.»
(Anguttara Nikaya)

Sinceramente io non ho ancora capito se sono sveglio o se sto sognando?

Siamo noi che dormiamo o gli “illuminati”?

Esiste la realtà o è tutta un’ illusione? O è inutile chiederselo?

22 comments on “Matrix, Platone e le filosofie orientali”

  1. "La realtà è un' opinione collettiva"

    A.Einstein
    penso che non ci sia nulla di meglio di questa frase per rendere cio' che penso ... La prova ??
    la terra era piatta fino a che tutti non si convinsero che era tonda.

    Abbi dubbi Nabla, ma non far si che ti tengano fermo al solo pensiero, la realtà è cio' che costruisci assieme al resto dell' umanità

    Lacio Drom
    Rio

  2. Sei sveglio,forse ancora un pò assonnato. Spesso anche io mi faccio le stesse domande, mi sento estranea alla realtà che vivo, mi sembra di parlare una lingua diversa, ma riesco a capire quella cha parlano gli altri. A volte è inquietante, altre è vantaggioso, ora è quasi normale. Se tu sei quasi sveglio io sono mezza addormentata! Però sono consapevole, di esserci , di vivere, riconosco il vero dal verosimile, difficile ingannarmi con le apparenze. Non mi sento neanche rinchiusa in questo mondo virtuale, è un momento , piacevole, di conoscenza, di curiosità. L'essere sveglio a cui ti riferisci, la consapevolezza, è semplicemente l'essere adulti. Ammazza Nabla quanto sei gagliardo dopo un giorno di festa! Baci grandi
    Miranda

  3. Be', un po' come vedere il mondo attraverso la TV e pensare che la vita sia veramente cosi.

    Oggi ho saputo che è stato trovato un nuovo pianeta ABITABILE a 20 milioni di anni luce da qui.

    Mi sto facendo un sacco di domande.

  4. è un po' come quando devi prendere una decisione ...a volte capita di non prendere quella con i canoni più giusti(ma cosa è "giusto") ma ne prendi una perchè ti avvicina al sogno anche se devi lottare per andare avanti.

    Mauri

  5. Rio: Dubbi, pensiero, cuore, testa, esperienze, emozioni,sensi...= apprendere

    miranda la festa l'ho passata al mare..la mattina presto ho completato quello che avevo iniziato già qualche giorni prima...
    Quelli svegli veramente sono rari ed è un percorso durissimo....

    Spora: dacci l'articolo sono curiuso...

    Mauri: forse è proprio quella "giusta" che bisognerebbe prendere..

  6. iperuranio...a volte mi chiedo se essere inconsapevoli sia meglio, a volte mi sembra che sì, forse è meglio, si soffre meno, ma dura poco io ho bisogno di sapere, di conoscere, di capire, io voglio essere consapevole...la consapevolezza passa anche attraverso la conoscenza dell'imperfezione, attraverso la cognizione delle ombre che ci ricordano le idee dell'iperuranio, che ci mostrano a cosa tendere...

  7. Lo vado dicendo da anni,troppi, che la meccanica quantistica è la vera risposta ai nostri dubbi. Una sorta di "porta girevole" esistenziale. Perchè, mi chiedo, e vi chiedo: una cosa doveva andare cosi piuttosto che "pomì"?
    Red

  8. anche per me la consapevolezza passa attraverso l'imperfezione, gli sbagli, le apparenze ma non bisogna mai dimenticarsi qual'è il fine...

    Red: secondo me , la meccanica quantistica è molto importante ed ha contribuito a cambiare la visione del mondo in questo secolo ma non la ritengo la risposta a tutto. è una parte della fisica che ha toccato anche altre sfere ma, ad esempio, pensi che la relatività sia meno impotante?

  9. Accidenti, sempre più difficile.
    In genere in questo tipo di discussioni ne sparo di tutti i colori e mi mandano a cagare... dunque eviterò. Qualche commentino però mi viene:

    - Rio: sei di un'umanità che ammiro moltissimo!
    Ma quella frase l'ha detta davvero Einstein? Accidenti! Strano, per uno che ha passato la vita a trovare punti di riferimento assoluti (in barba al nome di "Relatività" che hanno affibbiato ai suoi lavori), come la costanza della velocità della luce nel vuoto.

    - Spora: dire che quel pianeta è abitabile è come dichiarare che in via tal-dei-tali a Milano, al n° 15, scala B, citofonare Giusy, c'è un uomo nudo che fa la calza...

    - Red: la meccanica quantistica bypassa qualche domanda (tipo onda o particella? e perché non tutt'e due? come la storia del gatto...). E' un modo di spiegare il mondo che tiene conto del fatto che potremmo essere dentro la famosa caverna.

    - Nabla: ormai le teorie contemporanee incorporano quantistica e (con qualche martellata, ché non si adatta tanto facilmente) la relatività. Ne esce una visione del mondo che ce lo fa guardare con la sufficiente umiltà, con la consapevolezza che non possiamo sapere tutto, né concepire tutto (gli enti che vengono usati per descrivere l'universo non sono molto antropomorfi)

  10. A volte sono preso anch'io dalla sensazione di aver (finalmente?) compreso una verità..quasi beffarda per quanto "vicina" a noi. Come se avesse una propria coscienza e si divertisse a sfuggirci. Credo che se siamo ancora tutti qui a cercare una spiegazione "convincente", "plausibile", è perchè ancora non l'abbiamo trovata. Anche se qui, forse, il problema è di stabilire l'approccio da usare: scientifico o filosofico? Non possedendo intuizioni folgoranti da condividere, mi limito a sostenere che le religioni e la scienza sono (almeno da me) accomunate dal voler spiegare qualcosa di non ancora chiaro. Alla religione, in generale, mancano basi scientifiche. Alla scienza mancano basi morali. La filosofia fa quasi parte a sé. In maniera snobistica, direi. Ogni volta che la scienza trova (apparenti) risposte a problemi da tempo insoluti, (ri)parte con vigore la campagna contro l'approccio religioso. Ogni volta che la scienza è costretta a dichiarare di NON avere una risposta in merito a qualcosa, è il turno della religione di alzare la cresta. La filosofia, sostanzialmente, se ne frega. Secondo i casi potrà assecondare ora l'uno, ora l'altro approccio. Consapevolezza? Direi di essere pratici: per tanto che possiamo campare, sarà sempre poco. E poi, quanto del tempo che passeremo a questo mondo lo passeremo in buona salute? In piena efficienza fisica? Ecco allora che si dovrebbe cercare di passare questo tempo nel modo "migliore" possibile. A prescindere dalle ipotesi cui si sceglie di dar credito. Ho come l'impressione di essere andato un po' fuori tema. 😛 Diciamo che è colpa dell'alzataccia. 🙂

    Saluti a tutti.

  11. Io non sono molto d'accordo sul "libero da passioni, brama, desideri, esaltazione del sè". Oh, comprendo bene - o almeno mi illudo, in senso mayesco, di comprendere bene - cosa intende la cultura orientale (rispetto a noi) per libertà da brama e desideri etc. Ma preferisco la libertà dall'attaccamento. Si può bramare, desiderare, esaltarsi e soprattutto appassionarsi, ma al contempo essere 'privi di attaccamento'. E una condizione simile al ramo che, sotto il peso eccessivo della neve, si flette, lascia scivolare il carico, ritorna oscillando fino alla posizione sua naturale. Ora: "E'la domanda, il chiodo fisso. Da diventarci matti." Perché 'allontanare il piacere dei sensi'? "Negare i propri istinti è negare l'unica cosa che ci rende umani"? (dice mouse e chiedo io).
    Credo che ci sia un equilibrio anche in questo e che valga la pena sempre ricercarlo, nella pienezza della vita. Pienezza, voglio precisare, e non perfezione. Assoluto spirito diventa un 'ismo', no? E il corpo? Anche quello è reale. O no?

    Jung - che mi appassionai a studiare, a suo tempo, assieme ad altri nel campo della psicologia - citava spesso: "Reale è ciò che agisce".
    Lo diceva, ad esempio, quando osservava uno schizofrenico che dava segni di 'possessione': "Che io chiami questa cosa 'demone' o 'complesso autonomo della psiche', cosa cambia? Esso agisce e la coscienza deve confrontarsi con esso".
    Ma sono perfettamente d'accordo sul fatto che chi è consapevole è come un uomo che vive su un luogo sopraelevato: vede giungere gli eventi prima di coloro che stanno al piano terra; riesce, se il vento è favorevole, a sentire i suoni prima. Il suo campo visivo è più ampio, più olistico, più forte. Il fatto che la massa ne abbia timore o, cinicamente, abbia interesse nel farlo tacere - come Socrate che accettò la coppa venefica - non so discuterlo appropriatamente.
    Ma si, credo che gli 'illuminati' - intendendo con questa parola un broad-range term - volessero tutti la stessa cosa.

    Della Realtà è interessante non solo Matrix. Anche "Existence", "Il tredicesimo piano"; oppure, per una versione più psicologica: "Session 9" e perfino il simpatico "Identity". (O anche "A beautiful mind", più clinico e storico).
    Ce ne sono parecchi di films che affrontano questo tema.

    Ma il senso che voglio trasmettere è quello che ha a che fare con il nostro punto di vista, troppo spesso unilaterale.
    Non affronto neanche, l'argomento dei sogni ("Hai mai fatto un sogno così reale... etc"), ché non è pertinente, anche se in un certo senso meriterebbe argomentazione sulla realtà - anche perché è con un sogno che hai iniziato la tua.
    Reale, in fin dei conti, è ciò che agisce, appunto. Un sogno può essere abbastanza forte da modificare il tuo atteggiamento cosciente; una psicosi può venir fuori e cambiare la tua percezione. (Quegli impulsi elettrici interpretati dal cervello).
    A me piace immaginare che ci siano differenti realtà, ma in generale ne percepiamo poche. Gli 'illuminati' di cui parli, si sforzano secondo me di percepirne il più possibile.
    La maggior parte della gente, invece, si sforza di percepirne soltanto quel tanto che basta per prendere la pillola che fa dimenticare il colloquio col Signore dei Sogni (che veniva chiamato anche, guarda caso, il Plasmatore).

    Concludo con una facezia che, forse, può essere ironica:
    "Sei tu forse un Dio?"
    "Beh, no."
    "Allora..... MUOOORI!!!!" (Ghostbusters 🙂

    PS: Non ho letto (ancora) i commenti precedenti, perciò chiedo venia se.

  12. Sì Wil i fisici stanno cercando di unificare le teorie relatività e quantistica, ma ancora mi sembra ci sia molto da fare, il solito ?.

    Fumblindog: “Ecco allora che si dovrebbe cercare di passare questo tempo nel modo “migliore” possibile”: il problema è proprio capire qual è il modo migliore…

    Shirasaya: sostanzialmente concordo su quasi tutto quello che dici ma volevo fare una “piccola” precisazione:

    il problema di liberarsi da “passioni, brama, desideri, esaltazione del sé” non è proprio solamente della cultura Orientale. Gesù, Socrate, Platone, …dicono la stessa cosa. Per quanto riguarda il Buddismo posso dire che la liberazione non avviene in un attimo: è un percorso che deve passare attraverso “passioni, brama, desideri, esaltazione del sé” per poi comprendere che non è quello, ciò a cui l’uomo deve aspirare.
    Anche per quanto riguarda il piacere dei sensi: passaggio attraverso il piacere (vedi anche Ulisse) per poi riuscire a governarlo ed il passo finale è il distacco completo, non averne più bisogno in un’ armonia tra mente e corpo. Se mi distacco dai piacere sensoriali ma sono ossessionato da questi sono più vittima di chi cede e si abbandona consapevolmente al piacere. (esempi reali dei danni che può produrre questo sbaglio ce ne sono molti).

    Ci sarebbe moltissimo da dire, penso ci tornerò in futuro.
    Ciao!

  13. Si, hai ragione. Io intendevo proprio quello, con rinuncia all'attaccamento. Però, come mio solito, riesco a spiegarmi sempre male. Cerco di essere sempre meno prolisso - e t'ho detto tutto -_-' - e in questa 'fretta' tralascio il Senso.
    E' perché ci sarebbe davvero, come dici tu, moltissimo da dire.
    (Grazie)

    Ciao!

  14. Una delle cose più importanti da comprendere,che riguarda l'essere umano,è che è profondamente addormentato ,anche quando crede di essere sveglio.
    Il silenzio è lo spazio in cui ci si sveglia e la mente rumorosa è lo spazio in cui si resta addormentati...solo nel silenzio affiora la "consapevolezza"...essa non viene dall'esterno sorge in noi cresce in noi.
    La consapevolezza è il continuo ricordarsi di se stessi e ciò crea interiorità.
    Certo è pur vero che è difficile essere sempre presenti a se stessi e quindi sempre consapevoli..è un lavoro arduo e difficile ma un impegno costante ci aiuterà.
    Io sto leggendo il pensiero del maestro OSHO e piano piano sto cercando di attuare ogni giorno nella mia vita l'essere sveglia e presente a me stessa in ogni momento...un lavoro che spesso interrompo per tante distrazioni.... ma l'impegno c'è...

  15. Il vero Bene è l'Uno, il Dio Nascosto ed estraneo all'universo materiale, che è invece creazione del Malvagio Fattore. Per liberare l'autocoscienza prigioniera occorre distaccarsi dal mondo e soprattutto evitare la procreazione, atto demiurgico che perpetua il dolore universale. La Specie deve spegnersi, perché ogni feto è una prigione, ogni corpo una tomba di carne.
    Un saluto

    http://antikosmikos.splinder.com

  16. Shirasaya: unendo le nostre menti potremmo fare una sintesi prolissa 🙂

    Mindoll: "è difficile essere sempre presenti a se stessi e quindi sempre consapevoli" è vero è difficile, ma a mio parere è l'unica strada per una vera felicità...o per una vera infelicità...

    Antares: se non c'è vita non c'è distacco, non c'è liberazione...bisogna passare per essa...

  17. Anche il sogno è una bellissima realtà....forse non la viviamo con il corpo, da coscienti, ma nell'incoscienza del sogno la viviamo a mio giudizio in maniera più sincera, senza razionalizzarla troppo come si dovrebbe fare e senza complicarcela come facciamo nel quotidiano....
    Credo che l'illusione più grande sia quella di chi si stanca di vivere e con la mente di chi è depresso si illude che sia molto più facile rassegnarsi all'inesistenza, ad una vita senza emozioni, che andare incontro all'esistenza medesima ed alle emozioni più belle.....!!!
    Ciò che è illusione è pensare di non poter vivere e ciò che è reale è che esistono persone che Vivono e altre che Esistono semplicemente…. Io VIVO!!!

    Pablo Neruda in un celebre sonetto diceva “ Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità”

  18. Tutto bello sere ma attenzione a non fidarsi troppo delle emozioni perchè possono essere ingannevoli e dannose... secondo me ci deve essere il giusto equilibrio tra razionalità ed emotività...

    Qualcosa di cui già abbiamo un po' parlato qui in un vecchio post.

  19. senza dubbio nabla e avevo letto i commenti! ok gli equilibri ma io penso che non fidarsi sia un bene ma lasciarsi andare alle emozioni sia un bene superiore...anche se poi.... e me ne rendo conto, il rischio è quello di farsi del male...
    Ci si farà pure del male ma ciò che conta è che comunque alla fine quelle emozioni te le sei vissute!!!!! 😉

  20. perche nn ci si ricorda dei primi mesi di vita?
    il neonato e' un essere gia' formato e pensante, nn ricordandoci di quel periodo di tempo nn vuol dire che nn eravamo coscenti,visto che nn possiamo ricordare neanche la 3a parola che abbiamo pronunciato nn vuol dire che nn l'abbiamo detta. allora dove siamo stati(intendo con la mente) per tutto quel tempo? certo nn ho la risposta certa,lascio a voi le ipotesi ma nn in questa realta',pensate nei sogni? visto che il neonato passa la maggior parte del tempo a dormire per lui la realta' è un sogno,un incubo! parlo cosi' perche' se avete ben presente ''matrix'' e la stanza bianca dove lo porta morpheus,se l'avete presente,senza capire come l'ho vista e nn era in tv. se noi tutti abbiamo cosi' sognato sempre piu' la nostra realta' da renderla reale e sempre meno il sogno da renderlo solo sogno? da quel momento avevo deciso di sapere e posso solo consigliarvi di cercare informazioni su RAMTHA e CARLOS CASTANEDA.
    mi sono documentato dopo aver visto,a quelli che nn hanno avuto questo privilegio porgo questo consiglio. vi lascio con quest'ultimo interrogativo; dov'è la tana del bianconiglio? e quanto vogliamo addentrarci.
    saluto tutti grazie

  21. Beh, confesso di aver visto il film Matrix, solo poche sere fa. E, guarda caso, sto leggendo la Storia della Filosofia Occidentale di Bertrand Russell. Quindi, é ovvio che consideri il film una geniale idea e realizzazione cinematografica.
    Filosoficamente, nel mio piccolo, credo che il pensiero sia più una croce che una delizia, per noi esseri umani.
    Forse gli altri animali, dotati solo di istinti, conducono meglio il fenomeno biologico che chiamiamo vita. Forse!?

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